Dl Sostegno, Letta: “Salvini ha tenuto in ostaggio il Cdm”. La replica: “Enrico stai sereno”

Foto Stefano Porta / LaPresse Nella foto: Enrico Letta

ROMA – Bentornata politica. Dopo un primo mese di scaramucce, tutto sommato ‘soft’, con il braccio di ferro sul decreto Sostegni sono emerse tutte le differenze di una maggioranza larga ed eterogenea. A ‘darsele’, non a caso, sono Pd e Lega. E il primo a sferrare il colpo è Enrico Letta, complice la gestazione – lunga e travagliata – del nuovo provvedimento che investe i 32 miliardi di ristori previsti con l’ultimo scostamento di bilancio.

“Molto bene. Il decreto interviene su salute, scuola, turismo, cultura e aiuta lavoratori e imprese. Bene Draghi. Bene i ministri. Male, molto male che un segretario di partito tenga in ostaggio per un pomeriggio il Cdm (senza peraltro risultati). Pessimo inizio Salvini”.

La reazione del leader del Carroccio non si fa attendere. E ha un chiaro sapore di amarcord. “C’è chi pensa allo Ius soli e c’è chi pensa ad aiutare gli italiani in difficoltà con un decreto da 32 miliardi. Basta con le polemiche, Enrico stai sereno”, è la frase utilizzata per ricalcare il celebre hashtag scelto nel 2014 da Matteo Renzi, all’epoca segretario del Pd, per rassicurare il premier in carica, Letta appunto, sostituito pochi giorni dopo con un documento approvato a maggioranza dalla direzione nazionale dem.

Non domo, Salvini, che parla di “scontri inesistenti” nel governo, rincara la dose uscendo dall’aula bunker di Palermo, al termine dell’udienza preliminare sul caso Open Arms, che lo vede imputato per sequestro di persona. “Mi spiace che il segretario del Pd ogni giorno ne debba inventare una per ricordarsi di esistere”, affonda il colpo. La controriposta non tarda, via social: “La risposta di Salvini alle mie critiche? #staisereno… Apperò”, scrive ironicamente Letta.

Al di là dello scontro, restano le reazioni sul provvedimento approvato venerdì sera dal Cdm. Che non piace a tutti. “Delude di molto le aspettative: conti alla mano le imprese a cui è stato imposto di non lavorare percepiranno aiuti che vanno dall’1,7% a massimo il 5% rispetto alla perdita annuale. Draghi è sulla linea della perfetta continuità con il governo Conte”, contesta il presidente di FdI, Giorgia Meloni.

Per il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, invece, la cancellazione delle cartelle “è uno schiaffo a chi le tasse le paga”. Anche la Cgia di Mestre è critica, soprattutto sui tempi: “In buona sostanza, saranno accreditati sul conto corrente delle attività interessate almeno 3 mesi e mezzo dopo dalle chiusure imposte nel dicembre scorso dall’allora governo Conte”, ecco perché parla di fondi che “giungeranno a destinazione non certo con la tempestività che la situazione imporrebbe, bensì a passo di lumaca”.

Confcommercio, invece, si porta avanti e chiede di “rafforzare decisamente, entro ed oltre il perimetro del decreto Sostegni, le risorse dedicate ai ristori”, ritenendo non esaurienti gli interventi da circa 11 miliardi sui 32 complessivi mobilitati dal decreto, perché “la platea degli interessati è nell’ordine dei 3 milioni di soggetti”.

Se ne riparlerà con il prossimo scostamento di bilancio, già preannunciato dal premier, Mario Draghi. E sul quale la Lega prova già a spingere, con il suo leader: “Se vogliamo davvero aiutare gli italiani che sono in difficoltà, i 20 miliardi di cui leggo non sono sufficienti”, dice Salvini. Che apre la partita con una giocata ‘pesante’: “Ne servono almeno il triplo”. Dalla prossima settimana si riparte.(LaPresse)

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