Padova: mutui garantiti da Stato a società fantasma, 5 indagati

Mutui dalle banche ma garantiti dallo Stato a società 'fantasma', non operative, con bilanci gonfiati, che alla fine di un lungo giro bancario e societario dirottava i soldi su conti correnti in Romania

Foto Tonino Bonomo / LaPresse

Mutui dalle banche ma garantiti dallo Stato a società ‘fantasma’, non operative, con bilanci gonfiati, che alla fine di un lungo giro bancario e societario dirottava i soldi su conti correnti in Romania. È l’ipotesi con cui la Procura di Padova indaga su 5 soggetti per indebita percezione di erogazioni pubbliche. I finanzieri di Padova con i colleghi di Salerno, Sapri, Bologna, Rovigo e Chioggia hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo del tribunale di Padova per circa un milione di euro in beni e denaro nei confronti di 4 uomini italiani e una donna di origine rumena.

L’inchiesta nata alla fine del 2020 ha portato gli uomini del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Padova a scoprire due società di Nocera Inferiore(SA) e Limbiate (MB) operative nei settori costruzioni edifici residenziali e non e procacciatori di affari nel settore alimenti/bevande e tabacco che avevano dichiarato di aver aperto delle sedi operative a Corezzola (PD), Verona e Bologna. Nella stessa avevano chiesto e ottenuto prestiti e finanziamenti da diverse banche nell’ambito del programma di garanzia dello Stato a sostengo delle piccole e medie imprese.

Secondo l’ipotesi investigativa, i 5 indagati, fra cui un consulente del lavoro, acquisivano società non operative intestate a prestanome e con quelle andavano dalle banche a chiedere presiti e mutui dopo aver abbellito i conti grazie escamotage contabili, gonfiando i bilanci, predisponendo documentazione su progetti e investimenti da realizzare, dichiarando di avere diversi uffici sparsi sulla penisola e parallelamente choiedendo allo Stato di accedere al Fondo a sostegno delle Pmi (istituito nel 1997), amministrato da Mediocredito Centrale spa per copnto del ministero dello Sviluppo economico e alimentato anche da fondi europei.

Il decreto Liquidità, in particolare, emanato durante l’emergenza pandemica, aumentava la platea dei potenziali beneficiari della agaranzia pubblica e semplificava le procedureper accedervi. Per evitare i controlli gli indagati continuavano a spostare la sede legale delle aziende, aprivano conti correnti presso filiali di diversi istitituti di credito a Candiana (PD), Villafranca di Verona (VR) e Chioggia (VE).

Il denaro così ottentuo veniva subito bonificato su altri conti a favore di società di comodo con sedi dichiarate a Milano, Rodigo (MN), Padova, Piove di Sacco (PD), Rosolina (RO) e Nocera Superiore (SA) per poi essere dirottato su conti correnti all’estero, in Romania, riconducibili agli stessi indagati.

(LaPresse)

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