Palazzo Chigi, le spese aumentano di 600 milioni

La minoranza del Pd attacca sull'aumento di spese di Palazzo Chigi, che il governo aveva promesso di tagliare. Ma ad impennarsi non sono le spese correnti

Photo Adriana Sapone/LaPresse

ROMA – Il governo giallo-verde ha promesso di tagliare i costi della politica, ma le spese di Palazzo Chigi aumentano di oltre 600 milioni. L’aumento è diventato oggetto di polemica da parte dell’opposizione parlamentare. In particolare la deputata del Pd Alessia Morani si è scagliata contro i leader del governo. “Con Salvini e Di Maio le spese di Palazzo Chigi sono cresciute di 600 milioni di euro. Hanno raccontato agli italiani che avrebbero ridotto i costi della politica e invece li hanno aumentato! E il popolo paga!”, ha scritto sul suo profilo social. E questa stessa cifra emerge proprio dal bilancio di previsione del 2019.

La riorganizzazione di Palazzo Chigi

Nel documento si legge che le previsioni iniziali di spesa per il 2018 erano di 1.495.968.111 euro e nel 2019 sono cresciute a 2.141.411.063 euro con un aumento quindi di 635.688.341 euro. Ad aumentare tuttavia non sono le spese correnti, che passano da 1.100.861.074 euro a 1.327.423.854,00 (una variazione di appena 200mila euro). L’aumento sarebbe invece la conseguenza della ristrutturazione delle funzioni della struttura di Palazzo Chigi, che ne ha modificato anche i centri di spesa. Sono stati accentrati alcuni settori per i quali è stata aumentata la dotazione.

L’aumento di spesa

La dotazione economica aumenta e di molto per diversi settori. Per la Protezione civile si passa dai 368 milioni a oltre 839 milioni, con un aumento del 117,23%. Per il sostegno per la gioventù l’aumento è del 419% rispetto al governo precedente (si passa da 7 a 37 milioni). Il capitolo di spesa per la ‘famiglia’ aumenta di 121 milioni (+218%) e passa da 55 milioni a 176 milioni. Al piano nazionale per la ‘riqualificazione e rigenerazione delle aree urbane degradate’, che passano da 60 milioni a 97,2 (+62%). Diminuiscono invece le spese per i settori ‘politiche dello sport’ (da 124 milioni a 115), ‘servizio civile’ (da 179 a 148 milioni) e ‘pari opportunità’ (in calo di 5 milioni di euro).

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