Pasqua, segnali positivi per il turismo: a Roma 235mila visitatori. Ma sull’ estate pesa la variante guerra

Segnali di speranza sembrano accendere il turismo italiano, soprattutto per Roma che, come tutte le città d'arte, è stata sferzata dalla crisi che ha attraversato il Paese negli ultimi due anni.

Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse

ROMA– Segnali di speranza sembrano accendere il turismo italiano, soprattutto per Roma che, come tutte le città d’arte, è stata sferzata dalla crisi che ha attraversato il Paese negli ultimi due anni. I dati relativi alle vacanze di Pasqua sono positivi e aprono spiragli confortanti per l’estate, su cui però continua ad allungarsi l’ombra della guerra. Intanto però, tra Pasqua e 25 aprile, 15 milioni tra italiani e stranieri si metteranno in viaggio nel nostro Paese per una spesa complessiva che si aggira intorno ai 5,5 miliardi, secondo un’indagine di Cna Turismo e Commercio condotta tra i propri associati in tutta Italia. Certo, dieci milioni di italiani si limiteranno a gite di una giornata o si recheranno in case di famiglia, ma oltre cinque milioni di turisti sono invece intenzionati a pernottare in strutture ricettive perlomeno per una notte. E di questi – precisa Cna – più di un milione e mezzo saranno stranieri. La media dei pernottamenti è prevista tra le due e le tre notti per i vacanzieri italiani, tra le tre e le quattro notti per gli stranieri. I turisti provenienti dall’estero arriveranno in netta prevalenza dall’Europa continentale, dal Regno Unito, dagli Usa e dal Canada.

Particolarmente incoraggianti i dati della Capitale: “Ci attendiamo 235mila arrivi, un chiaro segno di ripresa che fa registrare il tutto esaurito”, annuncia a LaPresse l’assessore ai Grandi eventi, sport e turismo del Comune di Roma, Alessandro Onorato. E se anche l’attuale scenario non consente ancora di tornare ai livelli pre-Covid, Onorato può constatare che c’è “la voglia di tornare a Roma”. Una percezione che trova conferma anche nei dati delle grandi realtà museali della Città Eterna. Il nuovo istituto ‘Vive’, che raccoglie in sé il Vittoriano e Palazzo Venezia, ad esempio sta registrando un’ottima affluenza, destinata ad aumentare in vista della Pasqua: “Si prevedono 23.000 visitatori”, dice sempre a LaPresse la direttrice Edith Gabrielli. Un numero che si accorda con “la continua crescita di pubblico” che sta vivendo l’istituto “dalla fine dello stato di emergenza”, prosegue Gabrielli, ricordando che già “la prima domenica gratuita ha visto una grande partecipazione”, con “20.000 visitatori”. Un risultato che, ribadisce, “è destinato a crescere ulteriormente nelle vacanze di Pasqua”.

In generale, al netto di Roma, “l’andamento delle prenotazioni manda segnali positivi: la voglia di Italia è tanta e non ci sono state disdette, soprattutto da parte del pubblico statunitense”. Così a LaPresse Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi, sottolineando che il dato è particolarmente rincuorante perché “durante gli anni della pandemia abbiamo avuto un turismo domestico ed europeo, mentre per quest’anno abbiamo la percezione che il turismo nordamericano si stia riaffacciando verso il nostro Paese”. Percentuali, quelle Usa, “che sono fortemente mancate in quei due anni tragici e che invece potrebbero ricominciare ad tornare”. Dunque pronostici buoni, anche se il settore resta sul chi vive dato il momento di grande incertezza: “La variante guerra – dice sempre Colaiacovo – ci fa comunque navigare a vista”. Ad Aca si accoda anche Fipe. Anche sul fronte della ristorazione infatti le previsioni pasquali sorridono al settore, che parla di “5,7 milioni di persone” per il pranzo di Pasqua, di cui il 70% italiani, il 30% stranieri: solo il 10% in meno rispetto al 2019. E tuttavia, Luciano Sbraga, vicepresidente Fipe e direttore dell’Ufficio studi della federazione, avverte: “Sui pronostici per l’estate gravano tre ipoteche: la dinamica dell’inflazione, che si traduce in un minore potere d’acquisto per le famiglie” e “i costi per le imprese per l’energia e le materie prime, da non sottovalutare e che richiederanno un necessario aggiustamento dei listini”. Già la somma di questi due elementi, per Sbraga, se non tenuti adeguatamente sotto controllo, potrebbero causare “un cortocircuito”. E poi c’è il terzo fattore da considerare, cioè “l’andamento dei flussi turistici internazionali, in particolare – precisa – quelli extraeuropei” alla luce dell’attuale scenario geopolitico.

di Martina Regis

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