Pedofilia, chiesto un maxi risarcimento alla diocesi di Savona

La motivazione riguarda i fatti che videro protagonista don Nello Giraudo poi condannato

Roberto Monaldo / LaPresse

SAVONA – Pedofilia. Una parola che solo a scriverla o a pronunciarla vengono i brividi. Ancor di più se la stessa è associata ad un’altra parola, Chiesa. Da questo punto di vista esiste un caso assolutamente emblematico ed è quello della diocesi di Savona. Sono passati ben sette anni da quando Don Nello Giraudo, allora guida delle diocesi stessa, veniva condannato per i reati suddetti. Furono cinque i casi accertati che portarono al duro provvedimento contro il sacerdote.

Le ragioni del risarcimento chiesto alla diocesi di Savona

Oggi, nonostante un caso ormai chiuso, la diocesi di Savona torna sulla bocca di tutti per la richiesta di un maxi risarcimento relativo proprio ai casi di pedofilia accertati. È stata l’associazione ‘Rete l’abuso’ a presentare la richiesta che, secondo indiscrezioni, si aggirerebbe intorno ai cinque milioni di euro. Nel documento ufficiale relativo al caso in questione è stata naturalmente chiarita la motivazione per la quale l’associazione ha deciso di procedere in tal modo. E si tratta nello specifico della mancata denuncia, e quindi per non aver esercitato tutela nei confronti dei minori coinvolti, da parte dei vescovi. I quali, secondo la documentazione fin qui raccolta da chi ha presentato richiesta di risarcimento, erano a conoscenza degli abusi che venivano effettuati in quel luogo.

I fatti

In quegli anni, tramite le testimonianze di molte persone vittime di violenza, venne fuori un profilo di Don Nello agghiacciante. La Curia, però, non solo si limitò a spostarlo da una parrocchia all’altra ma addirittura affidò al parroco stesso una comunità di minori disagiati e la direzione di un gruppo di boyscout. Ed è questo il lato più incomprensibile di una vicenda che, secondo le vittime, risaliva addirittura ai primi anni ’80. La Curia sapeva, dunque, ma non ha mai fatto niente per evitare che accadesse tutto ciò. Da qui la richiesta del risarcimento alla diocesi ligure dalla quale, tuttavia, non è al momento arrivata alcuna risposta ufficiale.

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