Pil, allarme Istat: “Dalla guerra impatto ben oltre 0,7%, l’inflazione non frenerà”

Un impatto pesante su conti pubblici e inflazione dalla guerra in Ucraina.

ROMA – Un impatto pesante su conti pubblici e inflazione dalla guerra in Ucraina. E’ quanto prevede Giancarlo Blangiardo, presidente Istat, che teme ricadute anche sull’andamento della natalità in Italia. E a livello europeo, a vedere con occhiali scuri l’immediato futuro, è anche il presidente della Bce Christine Lagarde che senza sbilanciarsi a fare cifre parla comunque “di un impatto significativo su crescita e prezzi”.

I suoi timori Blangiardo li esprime in un’intervista televisiva nel corso della quale fa una ricognizione a 360 gradi delle incognite legate alla crisi ucraina. Per quanto riguarda la crescita il presidente Istat spiega che “le stime negative della Bce sono vicine alla realtà. Si era a suo tempo prevista una ripresa importante, tant’è che si diceva che ad aprile avremmo raggiunto il Pil che c’era prima della pandemia, ma non sarà così: al momento si ritiene che si possa perdere uno 0,7% in termini di Pil, ma il rischio è che i valori, alla fine, possano diventare anche decisamente più grandi”. Altrettanto negative le prospettive di inflazione. Dice Blangiardo: “Gli attuali livelli sono sicuramente preoccupanti e purtroppo non vedo nulla che possa far sperare che le cose migliorino rapidamente”. E ad essere colpite sono le fasce più deboli. “Dobbiamo cercare di definire una situazione che crea disagio soprattutto alle famiglie più povere, perché alla fine gli aumenti sono stati rilevanti proprio per quei beni che più costituiscono il carrello della spesa di chi è meno abbiente, e dunque, in un certo senso, sente in misura maggiore l’effetto dell’inflazione”. Terzo motivo di preoccupazione l’impatto demografico della guerra. “La popolazione italiana – osserva – continua a diminuire ed era successo solo nel 1917-1918. La paura è che questo nuovo ‘effetto guerra’ possa indurre a rimanere in attesa, a rinviare progetti di maternità e paternità che poi diventano una rinuncia.”

Da Parigi, dove partecipa a una conferenza, rilancia i suoi timori Christine Lagarde che prevede “conseguenze sulla crescita”. In particolare, spiega il presidente Bce, “la crisi avrà un impatto sulle imprese e molto probabilmente vedremo lo sviluppo di risparmi precauzionali, come durante i periodi di lockdown”. Conseguenze anche sui prezzi con la Bce, rivela Lagarde, che valuta diversi scenari legati in particolare alla crisi energetica anche se per ora vengono esclusi rischi di stagflazione. Resta il fatto che al momento Bce e Fed si muovono su percorsi non sincronizzati anche perchè le due economie, spiega Lagarde “si trovano in un momento diverso del ciclo economico”.

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