Pil, Tria rassicura: “Battuta d’arresto, non recessione”

In foto Giovanni Tria, ministro dell'Economia

ROMA – La frenata del Pil, attestata dalle ultime stime dell’Istat, è “una battuta d’arresto, più che una vera recessione”. Il ministro dell’Economia Giovanni Tria, nel corso di una movimentata informativa nell’Aula della Camera, tenta di rassicurare parlamentari, risparmiatori, imprenditori. Coadiuvato anche dalla difesa del premier Giuseppe Conte: “Confermiamo le nostre valutazioni, recupereremo questa fase di rallentamento“.


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Nel giorno in cui la Commissione europea abbassa le stime di crescita del Pil reale per il 2019, l’economista ha spiegato che “secondo nostri calcoli il taglio dall’1,2% allo 0,2% dipende per 0,6 punti dai dati peggiori del previsto nella seconda metà del 2018 e per soli 0,4 punti per una valutazione meno ottimistica legata al profilo trimestrale della crescita nel 2019“.

La turbolenza degli ultimi mesi del 2018, per di più, “è stata anche causata da fraintendimenti sulle intenzioni di questo governo nei confronti dell’Unione Europea e sulla sostenibilità dei nostri conti pubblici”, ha detto il professore di Tor Vergata, sottolineando che “i fraintendimenti oggi sono superati, come confermato dalla risposta degli investitori”.

Sono estremamente sicuro che i nostri conti torneranno. Questo governo non si fa dettare l’agenda dalle previsioni che, di volta in volta, vengono dall’estero. Noi agiamo con i fatti“.


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Io sono molto fiducioso su quello che stiamo facendo, che aiuterà la nostra economia. A tutti dico di stare tranquilli, di andare avanti. Non cederemo al racconto catastrofista sull’Italia“. “Quante previsioni ha azzeccato l’Unione europea negli ultimi anni? Zero. Proprio per questo sono certo che succederà il contrario“, gli fa eco l’altro vicepresidente Matteo Salvini.

Come spiega Tria, la flessione del Pil “potrebbe attenuarsi anche nel trimestre in corso“, riportando il segno positivo nei prossimi mesi, quando si dispiegheranno gli effetti di reddito di cittadinanza e quota 100.

Queste misure avranno “effetti positivi sulla domanda interna, aumentando il reddito disponibile delle famiglie“, e “con la politica fiscale contribuiremo a dare sostegno a una ampia platea di imprese soprattutto piccole“.

Di conseguenza, al momento non c’è necessità di adottare manovre correttive, anche perché nel caso di rallentamento globale uno sforamento del deficit non inciderebbe sul saldo strutturale e non violerebbe l’accordo sui conti pubblici italiani faticosamente ottenuto con il dialogo tra Roma e Bruxelles.

Sono convinto che l’economia italiana abbia oggi tutte le possibilità di continuare a crescere“, ha continuato Tria, indicando come strada anche la “riapertura immediata dei cantieri“.

La sigla Tav non è comparsa nel suo intervento, per non aprire nuove polemiche, ma lui si era già detto (personalmente) favorevole all’opera.

Nell’Aula di Montecitorio, il ministro-professore normalmente mite e bonario ha avuto uno scatto d’ira verso il deputato di Forza Italia Renato Brunetta. “Ma stai zitto…“, è scattato Tria dopo essere stato interrotto, fischiato e provocato più volte.

E’ dovuto intervenire Roberto Fico, ricordando al ministro che “non si può in alcun modo dire ad un deputato di stare zitto“, cosa che semmai può fare il presidente dell’Assemblea. Tria ha chiesto scusa, ma i parlamentari delle opposizioni non gli hanno dato pace.
(LaPresse)

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