Porto, la Provincia alza la voce

Magliocca: Caserta non può perdere per incapacità un’occasione del genere

Giorgio Magliocca

CASERTA – Quarantadue km di costa e neanche un porto: Caserta è l’unica provincia della Campania bagnata dal mare a non avere punti d’attracco per natanti, imbrigliata in un progetto che rischia di non vedere mai la luce anche a causa del silenzio della politica. Perché solo pochi, pochissimi rappresentanti istituzionali di Terra di Lavoro sanno che esiste un caso “Pinetamare”? Possibile che un’opera strategica come il porto turistico di Castelvolturno sia ferma quasi da un decennio alla posa della prima pietra? Quanto il mare sia importante per lo sviluppo di un territorio è noto da secoli. Non è un caso che le grandi civiltà siano nate sulle coste, che le grandi economie siano state facilitate dai collegamenti marittimi. Che la cultura si sia mescolata nei porti. Eppure il fatto che il litorale domizio ne sia sprovvisto sembra quasi normale. Il fatto che un imprenditore, che risponde al nome di Francesco Coppola, tenga in scacco un territorio e le sue potenzialità perché probabilmente non ha la forza economica di fare fede agli impegni presi, dovrebbe indurre la politica a prendere provvedimenti. E invece la politica guarda, da quasi 20 anni. Da Bassolino, che ‘regalò’ la concessione alla Mirabella spa, a Caldoro, a De Luca, nessun governatore ha deciso di affrontare la questione. Come mai? Lo chiediamo al presidente della Provincia di Caserta Giorgio Magliocca.


Presidente, partiamo dal tema: l’importanza della risorsa mare per un territorio. Per Caserta non lo è?
Altroché. I nostri 42 km di costa, il bellissimo litorale domizio che anno dopo anno fa registrare risultati sempre migliori per la qualità delle acque, è il fiore all’occhiello di Terra di Lavoro. Certo, concordo sul fatto che per tanti anni, in passato, sia stato trascurato, ma almeno da un decennio si sta facendo un lavoro efficace di riqualificazione. Le presenze turistiche in costante aumento ce lo confermano. L’obiettivo è fare dei nostri 4 Comuni costieri – Castelvolturno, Mondragone, Cellole e Sessa Aurunca – località di vacanza ben strutturate che possano reggersi saldamente sull’economia da turismo.


Anche senza le infrastrutture necessarie? Possibile che Caserta sia l’unica provincia della Campania senza un porto?
Guardi, la correggo: non della Campania, forse d’Italia tra quelle che hanno la fortuna di avere una ‘vista mare’. Quando, ormai anni fa, apprendemmo della volontà di un imprenditore del posto di realizzare un’opera così importante per il territorio – io facevo già politica attiva – tutti salutammo con favore ed entusiasmo la notizia. Un porto turistico con oltre 1200 posti barca, un’area – la Darsena di San Bartolomeo – che se fino a poco tempo prima ospitava le barchette dei pescatori del posto, ora avrebbe accolto yacht, motoscafi, addirittura traghetti e navi veloci per le isole del Golfo di Napoli e le pontine: un sogno.


Che è rimasto tale…
Già. Purtroppo dalla cerimonia della posa della prima pietra non ci sono stati avanzamenti. So che c’è un contenzioso con la Regione ma voglio sperare che non siano altri i motivi che hanno rallentato il progetto. Come ha detto il mio amico deputato di Fdi Gimmi Cangiano, l’imprenditore ci faccia capire quali sono le sue intenzioni perché non è il caso di bloccare ulteriormente il litorale e l’intera provincia. Ne abbiamo veramente abbastanza, Caserta non può più legare i suoi destini alla incapacità di cogliere quelle poche, ma importantissime, occasioni di sviluppo che ci sono. Siano i soggetti interessati di natura pubblica o privata, è il momento di farci sentire.


Cosa rappresenterebbe, in termini di sviluppo, il porto turistico di Pinetamare?
Rimetterebbe in moto l’economia. Non guardiamo solo ai lavori da realizzare per lo specchio d’acqua. C’è tutto l’indotto, le attività di rimessaggio, le strutture ricettive che nascerebbero intorno. Ci sarebbe un traffico di persone e mezzi non indifferente, che partirebbe dal basso Lazio e che decongestionerebbe gli altri approdi vicini, come Formia, Napoli, Castellammare. E darebbe alla nostra provincia la dignità di zona turistica attrezzata e infrastrutturata come merita. Cerchiamo di non perdere questa occasione.


Cosa sta facendo la Provincia per il litorale?
Le ricordo che, seppur di competenza regionale, porta l’imprinting della Provincia il Grande Progetto Bandiera Blu, che sta realizzando i completamenti dei sistemi fognari, che presentano notevoli inefficienze anche dovute ad una espansione urbanistica non controllata, e potenziando o realizzando ex novo i sistemi di depurazione delle acque reflue. Oltre alla tutela dell’ambiente, il progetto mira a ripristinare l’attrattività turistica del litorale domizio. L’area interessata è vasta, pari a quasi un quinto del territorio della Provincia di Caserta, sono diversi i Comuni coinvolti e, per quanto limitatamente, ci siamo sempre resi disponibili con Palazzo Santa Lucia a collaborare, anche solo dal punto di vista burocratico. Perché bisogna tenere sempre a mente l’obiettivo: il benessere del nostro territorio e dei cittadini che lo abitano.
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