Pozzuoli, le urne premiano Luigi Manzoni

Pozzuoli, le urne premiano Luigi Manzoni
Pozzuoli, le urne premiano Luigi Manzoni

pozzuoli – Le urne premiano i ‘separatisti’ del Partito democratico. Luigi Manzoni continua la volata già dalle prime schede scrutinate. Con un distacco che non scende mai sotto al quattro per cento. Il candidato del centrosinistra Paolo Ismeno deve rincorrere le dieci liste civiche. Ed è già un dato. Intanto ombre sul voto. Ieri pomeriggio in località Monterusciello i carabinieri hanno denunciato sette persone per la violazione della legge elettorale. I sette sono puteolani e incensurati.
Le indagini hanno permesso di rinvenire e sequestrare in casa di un uomo blocchetti di matrici di biglietti numerati, che sarebbero stati consegnati agli elettori per essere posizionati sulla tessera elettorale con l’espressione del voto. Su questo saranno gli investigatori a fare luce. Veniamo al voto. Il presidente del Consiglio Manzoni è stato in vantaggio da subito. E ha proseguito su questa linea con i primi exit poll. Quando scriviamo (pochi minuti prima dell’una) è avanti di quasi sei punti percentuali sull’assessore al Bilancio Ismeno. I due arrivano dalla grande famiglia del Partito democratico. Ma Manzoni ha lasciato il Pd dopo una frattura interna: invocava le primarie per la scelta del candidato a sindaco. I vertici hanno detto no e ha deciso di correre solo, a capo di una coalizione di liste civiche. Il voto gli ha dato ragione. Ed èd un duro colpo per il centrosinistra. Il Pd aveva tolto il simbolo a Pozzuoli, dopo le scintille e la scissione. 

La partita qui è stata fino all’ultimo voto. Manzoni aveva conquistato al primo turno il 46,3% delle preferenze, Ismeno si era fermato al 41% su un totale di cinque candidati. L’affluenza racconta una storia diversa: alle 23 era ferma al 36,82 per cento. Tra le più basse di sempre.  

Una sfida tutta interna al centrosinistra. Il Pd dovra trovare una nuova fase per ripartire, dopo lo scontro fratricida.

Gli altri candidati a sindaco si sono fermati presto al primo turno: Antonio Caso con il Movimento 5 Stelle, Paolo Guerriero con Fratelli d’Italia e Raffaele Postiglione con la coalizione ‘Possiamo’. Postiglione è stato l’unico a superare la soglia del sette per cento. Nessun apparentamento. Almeno sulla carta.  

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