Prescrizione, resta l’impasse nella maggioranza E la Champions rinvia il vertice Salvini-Di Maio-Conte

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse in foto: Giuseppe Conte, Luigi Di Maio, Matteo Salvini

Roma – Pagare moneta, vedere cammello. Basta un vecchio proverbio per spiegare la situazione attuale del rapporto tra le due forze di maggioranza. Matteo Salvini è stato chiaro: “So fare una cosa alla volta, per farle bene. Quindi, prima fatemi portare a casa il decreto Sicurezza e poi ragioniamo di tutto il resto“.

Dove quel “resto” è la riforma della prescrizione, tanto cara ai Cinquestelle, sulla quale si sta consumando una vera e propria ‘battaglia politica’.

La posizione del ministro dell’Interno resta granitica

Così come è stato scritto l’emendamento al ddl Anticorruzione dai relatori delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera, per il Carroccio non è accettabile. Il perché lo spiega sempre Salvini: “Corrotti, corruttori e mafiosi devono finire in carcere per anni e anni, ma non voglio processi infiniti, per i colpevoli ma soprattutto per gli innocenti“.

Alla Lega basterebbe riscrivere il testo inserendo un elenco minuzioso dei reati per cui si possa bloccare la prescrizione già dopo il primo grado. O, in alternativa, spostare tutto all’appello.

Sul punto il vicepremier è sicuro che “si troverà una quadra, come sempre”, ma prima serve un chiarimento con il ‘socio’ Luigi Di Maio.

Il premier Conte li aspettava a Palazzo Chigi al loro rientro dai rispettivi impegni istituzionali all’estero, il titolare del Mise in Cina, il responsabile del Viminale in Ghana. Per diverse ore ‘soffiate’ e indiscrezioni sono rimbalzate sui telefoni dei cronisti in un vortice impazzito: il vertice si fa in serata, anzi no, forse. Alla fine il ‘giallo’ si infittisce fino a quando è Salvini a mettere un punto: “Stasera ho un appuntamento con rigatoni, ragù e Champions League“.

Anche il premier, alla fine, si arrende al ‘Dio pallone’

Si gode le partite delle italiane in Europa aspettando di giocare il suo, di match. Sulla manovra, sulla quale la sfida con la Commissione Ue sarà senza esclusioni di colpi. Ma prima di entrare in campo come player, dovrà fare da arbitro tra i due vicepremier. Perché il governo va avanti, ma ogni piccola scossa di oggi può diventare terremoto di domani.

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