Prestazioni ‘gonfiate’, sequestro all’Abetaia

Sigilli per 2 milioni a immobili e titoli finanziari della struttura di Casagiove per la cura del diabete

CASERTA – I finanzieri del Comando provinciale, su delega della Procura regionale della Corte dei conti per la Campania, hanno eseguito un sequestro conservativo su immobili e rapporti finanziari, autorizzato con decreto del presidente della Sezione giurisdizionale regionale della Corte dei conti di Napoli fino alla concorrenza dell’importo di circa 2 milioni di euro, nei confronti dell’impresa sanitaria privata titolare dell’Istituto per lo studio e la cura del diabete, “Abetaia”, con sede in via XXV Aprile a Casagiove, operante dal giugno 2016 e sino al 2021 in regime di accreditamento istituzionale con l’Asl Caserta. La misura cautelare è stata richiesta e ottenuta dalla Procura contabile a margine degli addebiti di responsabilità amministrativa elevati con un atto d’invito a fornire deduzioni notificato nei confronti dell’impresa sanitaria e di altri 10 soggetti, comprendenti il direttore sanitario del centro antidiabete, nonché alcuni funzionari e dirigenti dell’Asl Caserta.
Le contestazioni sono supportate dall’attività istruttoria svolta dal Nucleo di polizia economico finanziaria di Caserta che ha riguardato, in particolare, le modalità di rendicontazione, di controllo e di remunerazione delle prestazioni erogate dai centri accreditati, risultate ben superiori a quelle preventivamente autorizzate con l’attribuzione della Capacità operativa massima, che le Asl adottano per ogni centro accreditato, esprimendo i carichi di lavoro compatibili con determinati standard di adeguatezza e qualità dei servizi resi all’utenza.
Ai soggetti intimati, a diverso titolo, è stato contestato di aver prodotto un danno finanziario all’azienda sanitaria pubblica, pari all’importo garantito dal sequestro conservativo concesso, derivante dal riconoscimento e dalla liquidazione di corrispettivi indebiti per varie tipologie di prestazioni afferenti alla branca della diabetologia, acquisite dall’Asl Caserta negli anni compresi tra il 2017 e il 2020.
Analoghe iniziative si stanno attualizzando nei confronti di enti accreditati che operano nello stesso settore.
Il centro privato e l’Asl sono stati protagonisti di un contenzioso davanti alla giustizia amministrativa che si è concluso positivamente per l’azienda sanitaria locale. Ad agosto dell’anno scorso, la prima sezione del Tribunale amministrativo regionale della Campania ha respinto il ricorso dell’Istituto contro l’Asl e la Regione per l’annullamento di diversi atti. Fra l’altro, venivano contestati la delibera del direttore generale Asl del settembre 2020, con cui veniva avviato il procedimento volto alla proposta, alla Regione Campania, di sospensione e/o revoca dell’accreditamento, e il decreto del marzo 2021 con il quale la Regione ha disposto la revoca dell’accreditamento rilasciato al centro. Il procedimento ha preso avvio da una segnalazione, giunta all’Asl, a firma di nove medici di assistenza primaria, sul presunto comportamento anomalo tenuto dall’Istituto. In particolare, da un sopralluogo si evincerebbe la rendicontazione da parte del Centro di prestazioni non eseguite; dalle verifiche effettuate dall’unità operativa Acquisto e Controllo Prestazioni Esterne Strutture in accreditamento risulterebbero prestazioni non appropriate rese oltre la capacità operativa quali-quantitativa del Centro. Infine, risulterebbero incongruenze nei turni mensili degli specialisti ed anomalie nei giorni di erogazione delle prestazioni.
Fra gli episodi contestati, alcune prestazioni risultano eseguite il 2 gennaio 2020, ma in quel giorno, secondo quanto certificato dallo stesso direttore sanitario dell’Istituto all’epoca dei fatti Marina Battaglia, il centro era chiuso. Il 6 gennaio dello stesso anno non risultavano professionisti in servizio, in base all’elenco dei turni. Criticità che, ha concluso il Tar, “sono da sole sufficienti a sorreggere il provvedimento di revoca dell’accreditamento”.
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