Rai Uno, a ‘Cose Nostre’ la tragica storia di Gelsomina Verde

Il corpo carbonizzato della ragazza fu trovato in un'auto bruciata il 21 novembre del 2004. Era stata uccisa con tre colpi di pistola alla nuca. L'atroce delitto fu commesso durante la guerra di camorra di Scampia e Secondigliano del 2004/2005.

Emilia Brandi nello studio di
Emilia Brandi nello studio di "Cose Nostre", in onda su Rai Uno. (© foto Eleonora Ferretti)

Sono passati quasi vent’anni da quella notte del 21 novembre 2004. Quella nella quale Gelsomina Verde fu barbaramente uccisa con tre colpi di pistola alla nuca. Poi i suoi assassini diedero fuoco alla sua auto con dentro il suo corpo senza vita. Aveva 21 anni, Mina, come la chiamava chi la conosceva, quando la sua vita venne spezzata.

Gelsomina Verde, vittima innocente della camorra
Gelsomina Verde, vittima innocente della camorra

Sacrificata sull’altare della violenza più cieca e brutale. Quella con la quale i clan di camorra conducevano la guerra oggi nota come faida di Scampia e Secondigliano, a cavallo tra il 2004 e il 2005, per il controllo della piazza di spaccio di droga più grande d’Europa. Da una parte il clan di Paolo Di Lauro, conosciuto come Ciruzzo ’O Milionario, con base in via Cupa dell’Arco, a Secondigliano, e capeggiato dal figlio del boss, Cosimo Di Lauro. Dall’altra la cosca degli Scissionisti, guidati da Raffaele Amato.

Mina aveva frequentato per un breve periodo un affiliato alla cosca degli Scissionisti e fu proprio questo ad attirare su di lei l’ira del clan avversario. Nel luglio del 2023, a distanza di quasi 19 anni dal delitto di Gelsomina Verde, sono stati arrestati due uomini con l’accusa di aver eseguito materialmente l’omicidio. I morti ammazzati, tra l’ottobre del 2004 e il febbraio del 2005 furono tanti, tra affiliati e vittime innocenti.

La trasmissione Rai “Cose Nostre” di Emilia Brandi, in studio anche come conduttrice, ha deciso di dedicare a questa vicenda una bellissima puntata, intitolato “Un fiore tra le Vele”, che andrà in onda stasera, lunedì 11 settembre, alle 23:30. Un servizio scritto da Vincenza Berti, Alessandro Chiappetta, Beniamino Daniele, Carlo Durante, Federico Lodoli, Sergio Leszczynski, con la collaborazione di Giovanni Bianconi e di Lorenza Pleuteri e Francesca Rossi, produttore esecutivo Gloria Piazzai, regia di Raffaele Maiolino. Una minuziosa ricostruzione storica dei fatti, non priva di una notevole carica emotiva, con documenti inediti, video originali e tanto altro.

Napoli, Secondigliano. L'auto bruciata in cui fu rinvenuto il corpo carbonizzato di Gelsomina Verde
(© Sud Foto)
Napoli, Secondigliano. L’auto bruciata in cui fu rinvenuto il corpo carbonizzato di Gelsomina Verde (© Sud Foto)

D’altra parte, nel programma vengono raccontate storie di uomini e di donne che, nel corso della loro vita, hanno combattuto personali battaglie contro la criminalità organizzata, pagando ad alto prezzo la loro coraggiosa lotta. In questo servizio c’è tutto, dalla storia delle Vele alla ricostruzione puntuale degli eventi che hanno causato il conflitto tra i clan.

Tra gli interventi spiccano quelli di Giovanni Corona, magistrato della Direzione Distrettuale Antimafia dal 1999 al 2005, del fratello Mina, Francesco Verde e Sergio Cicerone, ispettore capo della sezione Narcotici della Questura di Napoli tra il 1998 e il 2005, che racconta analiticamente il contesto storico-criminale sullo sfondo di quella tragedia. Un appuntamento da non perdere, il racconto drammatico e appassionato di una delle pagine più buie della storia recente.

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