Recovery, Pino Aprile accusa: “Carfagna prende in giro il Sud”

L’intervista. L’intellettuale meridionalista: “Draghi ha estromesso i Comuni, il Pd è come la Lega”. “La rivolta dei 500 sindaci è un fatto politico epocale”

NAPOLI (di Loredana Lerose e Mariano Paolozzi) – Domani una delegazione dei 500 sindaci che hanno sottoscritto l’appello ‘Recovery Sud’ scenderà in piazza a Napoli contro le scelte del governo Draghi. Un movimento trasversale a tutti partiti con un obiettivo: trasparenza nella ripartizione delle risorse del ‘Next Generation Ue’, ovvero sugli oltre 200 miliardi destinati all’Italia. Secondo direttive Europee dovrebbe arrivare al Mezzogiorno circa il 70% dei fondi, il governo invece ha annunciato il 40. Infine, i sindaci chiedono che la gestione sia affidata direttamente ai Comuni. I primi cittadini che hanno aderito appartengono a tutti gli schieramenti: Pd, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Italia Viva e tanti civici. Per Pino Aprile, intellettuale e giornalista meridionalista, si tratta di “un fatto storico”. L’unione dei sindaci del meridione è accolto con un plauso, parole al vetriolo contro il governo: “E’ in corso uno scippo miliardario”.
Aprile, che ne pensa dell’iniziativa dei sindaci del Sud?
Sicuramente serve. Quello che sta accadendo negli ultimi mesi è il fenomeno politico più importante di sempre per quanto riguarda la coesione territoriale. I politici del Mezzogiorno, tra cui i sindaci di sinistra, destra ed eletti in formazioni civiche, danno vita ad un’azione politica comune in difesa della popolazione meridionale al di là delle appartenenze partitiche. Questo è analogo a quello che è sempre accaduto al Nord dove si vede comunanza di interessi e comportamenti tra leghisti come Fontana e Zaia o Bonaccini del Pd che spesso è più leghista degli altri due. In sede locale si fanno concorrenza ma quando si tratta di saccheggiare di risorse e diritti il Sud sono d’accordo.
Secondo l’Ue al Sud spetterebbe circa la metà del Recovery, invece, siamo al 40%.
Le indicazioni europee per il Recovery Fund prevedono che più della metà delle risorse devono essere gestite dai Comuni, ma di tutto questo non c’è quasi traccia nel Recovery Plan presentato da Conte, né tantomeno in quello presentato da Draghi. I Comuni non sono i primi a rivendicare ciò che ci è dovuto visto che mesi fa, per la prima volta in 50 anni di esistenza delle Regioni, tutte quelle del Sud hanno presentato un documento comune in difesa dei diritti del Sud sul Rcovery Fund. E’ stata proprio la Campania a fare da capofila perché il Movimento 24 agosto, di cui sono presidente, aveva fatto i calcoli su quanto spettasse al Sud applicando i criteri europei. Abbiamo condiviso questo studio e la regione Campania per verificare l’esattezza ha rifatto i conti e ha trovato che era giusto il calcolo secondo il quale il 70% spetta al Mezzogiorno.
La Carfagna ha parlato del 40% delle risorse…
“Il piano presentato dalla Carfagna è vergognoso perché tira dentro fondi che non c’entrano niente. Il React-Eu e i fondi coesione e sviluppo non c’entrano niente col Recovery. Ha cercato di prenderci in giro dicendo che è solo un’anticipazione di fondi per spendere prima e meglio. Quando l’ex ministro De Micheli parlò del 40% delle risorse ci fu una raccolta firme contro l’antimeridionalismo per chiederne le immediate dimissioni. Poi, la Carfagna, che è del Sud, si presenta con la stessa moneta falsa. Tutto perché se alzi la cresta contro il potere del Nord vieni fatto fuori. L’ex ministro del Sud Giuseppe Provenzano ci ha provato e, non a caso, è stato fatto fuori dal governo.
Un braccio di ferro tra Sud e Nord: che succede se il Mezzogiorno perde?
Non ci sarà un’altra occasione se perdiamo questo treno, l’Italia si spezza.

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