Napoli, i boss: “Senza Reddito, pronte rapine ed estorsioni”

NAPOLI – La squadra mobile ha intercettato conversazioni tra boss, nelle quali si fa preciso riferimento alla cancellazione del Reddito di cittadinanza: “La Meloni vuole togliere il Reddito, non ci resta che scendere in strada a fare le rapine. O bisognerà aumentare le estorsioni”. E altri dialoghi di questo genere. Nei quartieri Secondigliano e Barra non si parla d’altro. Ma anche a Montecalvario. Tanto che gli investigatori hanno ascoltato diverse telefonate di questo tenore. Insomma c’è preoccupazione generale. Fino a oggi usando stratagemmi vari, gruppi criminali sono riusciti ad arrotondare i mancati guadagni delle piazze di spaccio in crisi, percependo il Reddito. Ma ora i ras si pongono due domande: la prima è cosa farà il nuovo governo? Giorgia Meloni vuole rimodulare il Reddito e ha detto pubblicamente che al sud bisogna evitare i sussidi per rilanciare l’economia: insomma più lavoro e incentivi per l’occupazione. La seconda è cosa faranno loro, per compensare i mancati incassi.

Recenti indagini della Finanza hanno rivelato che il fenomeno è diffuso: alcuni boss usano il Reddito per pagare le mesate agli affiliati e così risparmiano sulle casse. Le Fiamme Gialle hanno scoperto decine di casi: riescono a evitare il perimetro della legge. Chi ha un familiare condannato per un reato con l’aggravante mafiosa non può accedere al beneficio. Non solo. Chi omette di dichiararlo, perde il Reddito. Lo ha ribadito la Suprema Corte di Cassazione con la sentenza del 15 giugno-15 settembre 2021.
I finanzieri hanno spiegato che i controlli ci sono, ma avvengono dopo. E il problema è proprio questo: un richiedente può dichiarare il falso e accedere al sussidio. Poi le verifiche, che se pur sistematiche avvengono a campione. Una sorta di vulnus, al quale non è stato posto rimedio (se non una brusca accelerata nelle indagini). Intanto ne hanno approfittato i clan in forte crisi, dopo la lunga emergenza per la pandemia.

Ora uno stop al Reddito potrebbe essere un ulteriore duro colpo e si preparano ad affrontarlo. E’ una eventualità, non improbabile. Il rischio è una nuova emergenza sicurezza, con un aumento dei reati predatori, quelli usati dalle cosche per fare subito cassa in caso di difficoltà. Lo scenario tra qualche mese potrebbe essere questo e lo stanno già esaminando forze dell’ordine e magistratura. Ma ci sono anche altre regole stringenti. Chi richiede il reddito di cittadinanza non deve essere sottoposto a misura cautelare personale, anche adottata a seguito di convalida dell’arresto o del fermo, nonché esser stato condannato in via definitiva, nei dieci anni precedenti la richiesta. A parte il dato anagrafico, i requisiti che danno diritto al reddito di cittadinanza prevedono che l’Isee non superi i 9.360 euro all’anno. Non solo, per il patrimonio mobiliare è previsto il tetto massimo dei 6.000 euro.

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