Regeni, ministero della Giustizia: dall’Egitto nessuna collaborazione

L'Egitto ribadisce la totale chiusura a una collaborazione con l'Italia sul caso dell'omicidio Regeni

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse In the picture

ROMA – L’Egitto ribadisce la totale chiusura a una collaborazione con l’Italia sul caso dell’omicidio Regeni.

È quanto emerge dalle comunicazioni che il ministero della Giustizia da una parte e i carabinieri del Ros dall’altra, hanno inviato al gup di Roma, Roberto Ranazzi. In sede di udienza preliminare il nodo resta quello dell’elezione di domicilio dei quattro 007 imputati.

Nel gennaio scorso, il giudice aveva chiesto al governo di verificare la possibilità di una effettiva collaborazione con le autorità egiziane.

Il ministero ha ribadito “il rifiuto dell’Egitto di collaborare nell’attività di notifica degli atti”, cui si aggiunge il no arrivato dal Cairo a un incontro tra la ministra Marta Cartabia e il suo omologo.

Dal canto loro i carabinieri del Ros, impegnati su nuove ricerche per arrivare ai domicili degli indagati, sono riusciti a trovare il solo indirizzo dei luoghi di lavoro, che secondo il codice di procedura internazionale non può essere utilizzato per le notifiche in sede processuale.

 Infine il direttore della cooperazione giudiziaria italiana si è recato in Egitto per un incontro durante il quale le autorità del Cairo hanno evidenziato come, sul caso Regeni, la competenza sia della procura generale per la quale l’indagine è chiusa perché non è possibile effettuare ulteriori verifiche sui quattro indagati.

Il giudice si è ritirato in camera di consiglio per decidere sul rinvio o sulla sospensione del procedimento.

(LaPresse)

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