Regionali, il centrodestra cerca la quadra: leghisti divisi dopo l’avvertimento di Di Maio

Alla fine di una settimana complicata il leader dei 5 Stelle ha spedito un messaggio chiaro a Matteo Salvini: "Se ci molli per Berlusconi ti suicidi"

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse 07-05-2018 - Roma Politica Vertice del centro destra a Palazzo Grazioli prima delle Consultazioni. Nella foto Giancarlo Giorgetti, Matteo Salvini Photo Vincenzo Livieri - LaPresse 07-05-2018- Rome Politics Meeting of the center right coalition at Palazzo Grazioli. In the picture Giancarlo Giorgetti, Matteo Salvini

ROMA – Alla fine di una settimana complicata, segnata da incomprensioni e freddezze, Luigi Di Maio ha spedito un messaggio chiaro a Matteo Salvini. “Se la Lega è in crescita è anche perché non sta più con Berlusconi. Invece il Movimento è sempre sottovalutato. I nostri sondaggi ci danno al 27%. Sono sicuro che, vedendo i risultati, il nostro elettorato ci premierà – ha detto il vicepremier al Fatto Quotidiano -. Se Salvini ci molla per Berlusconi si suicida”.

Equilibri instabili in maggioranza

Se la tenuta del governo gialloverde non appare in discussione – almeno fino alle Europee – di certo quel ‘salto di qualità’ ipotizzato più volte non c’è stato. Il passaggio da alleanza contrattuale a strutturale, alla luce della tensione sempre meno sotterranea è sempre più manifesta di questi ultimi giorni, appare sempre più instabile. E anche le parole pronunciate ieri da Giancarlo Giorgetti a un convegno sul sovranismo organizzato dalla Fondazione Farefuturo, alla presenza di Giorgia Meloni e Adolfo Urso, testimoniano che il solco è e resta profondo.

Giorgetti: “M5S bene solo al Sud”

“Purtroppo – dice il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio – il programma elettorale di M5S al Sud ha registrato larghi consensi probabilmente anche perché era previsto il reddito di cittadinanza. Credo che abbia orientato pochissimi elettori della mie zone. Magari è l’Italia che non ci piace ma con cui dobbiamo confrontarci e governare”.

Marsilio sicuro in Abruzzo

Se i rapporti interni alla maggioranza vivono un momento difficile, il centrodestra tradizionale fatica ancor a ritrovare la quadra. Si sta lavorando sotto traccia per organizzare un vertice dei tre leader – saltato la settimana scorsa – per ufficializzare le candidature per le Regionali, in primis l’Abruzzo dove il nome di Marco Marsilio di Fratelli d’Italia è quasi certo. Il tempo stringe visto che si voterà il 10 febbraio e Giorgia Meloni in primis spinge affinché si consumi il passo finale e possa partire la campagna elettorale. Così come bisogna accelerare anche per il Piemonte, la Sardegna e la Basilicata.

Berlusconi avrà l’ultima parola sull’appeal dei candidati

Mercoledì scorso Silvio Berlusconi ha ripetuto che sulla sua scrivania ci sono i sondaggi commissionati per valutare l’appeal dei vari nomi e ha detto che presto saranno indicate le candidature, restando sul generico. Ignazio La Russa avverte: “Di dritto o di storto, bisogna prendere una decisione a cominciare dall’Abruzzo, il primo che va al voto. Non capisco cosa c’è da aspettare”.

Il centrodestra vuole presentarsi unito già in Sardegna

C’è anche un altro appuntamento elettorale dal valore simbolico che riporta indietro le lancette del tempo al voto del 4 marzo dello scorso anno. Il 20 gennaio si terranno, infatti, le elezioni suppletive per assegnare il collegio uninominale di Cagliari per la Camera, già appannaggio del velista Andrea Mura poi dimessosi. La scadenza è fissata per lunedì. Il centrodestra dovrebbe presentarsi unito e sostenere il consigliere regionale di Forza Italia, Edoardo Tocco.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome