Regionali in Abruzzo, test nazionale per la tenuta dell’esecutivo M5S-Lega

Nel primo duello in sei date, il Carroccio intende certificare il trend dei sondaggi favorevoli registrati negli ultimi mesi

Foto Elisa Contini/LaPresse11-06-2017

MILANO – Dall’Abruzzo scatta domenica il primo dei sei appuntamenti elettorali del 2019 per il rinnovo dei consigli regionali. E proprio per la sua collocazione temporale, a poco più di tre mesi dalle Europee e con la bagarre in atto nell’esecutivo giallo-verde, l’esito delle urne avrà un peso non indifferente sugli equilibri del governo, sui rapporti tra gli alleati. E anche sulle possibilità o meno di ripresa del Partito democratico in cerca di nuova identità e spinta propulsiva.

L’Abruzzo è chiamato alle urne, la regione sceglie il nuovo governatore

Con urne aperte dalle 7 alle 23 nelle 1.633 sezioni istituite nei 305 Comuni dell’Abruzzo, si elegge il nuovo governatore dopo le dimissioni di Luciano D’Alfonso, quota Pd, che il 4 marzo scorso è stato eletto al Senato. E il ruolo e la presenza sul territorio che hanno avuto i principali leader politici, nel corso della campagna elettorale, riflette l’importanza della sfida. E fa pensare a un vero e proprio test nazionale. Non è un caso che i tre leader di centrodestra – Salvini, Berlusconi e Meloni – si siano riuniti alla vigilia del voto, per la prima volta dalle turbolente consultazioni della primavera scorsa.

La sfida tra M5S e Lega

Nel primo duello in sei date, la Lega intende certificare il trend dei sondaggi favorevoli registrati negli ultimi mesi. Mentre M5S, che alle Politiche in Abruzzo aveva sfiorato il 40%, teme di non raggiunge più quei picchi. In questo scontro tra le forze di maggioranza il centrosinistra prova a rilanciarsi. C’è da spazzare via quel 17% dello scorso marzo, soprattutto in casa Pd che non riuscì ad andare oltre il 14%.

Dal Pd alla Lega, tutti i candidati in lista

La Lega appoggia Marco Marsilio, 51 anni, romano di origini abruzzesi, sostenuto dalle liste di Fratelli d’Italia, di cui è senatore, Lega Salvini Abruzzo, Forza Italia, Azione Politica e Unione di Centro-Dc-Idea. Il centrosinistra schiera Giovanni Legnini, sostenuto da otto liste. Pd, Abruzzo in Comune, Centristi per l’Europa-Solidali e Popolari per Legnini, Progressisti con Legnini-Sinistra Abruzzo-Leu, Avanti Abruzzo-Italia dei Valori, Abruzzo Insieme-Abruzzo Futuro, Legnini Presidente, +Abruzzo-Centro Democratico.

Per l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Letta e vicepresidente del Csm la sfida elettorale appare complessa e per questo nel centrosinistra si è voluto abbracciare l’anima progressista, quella cattolica, di sinistra ma anche liberale e dei Radicali. Uscire dal pantano del 4 marzo è il principale degli obiettivi. I Cinquestelle viaggiano da soli lanciando Sara Marcozzi, 41 anni, consigliera regionale uscente, già candidata alle Regionali nel 2014. Il vicepremier Di Maio ha chiuso la campagna elettorale lanciando un attacco alla sinistra definita “peggiore di Berlusconi e più ipocrita”. Il quarto candidato alla presidenza è l’avvocato Stefano Flajani, di Casapound, che non ha chance di vittoria.

Non è previsto il ballottaggio

Al voto saranno chiamati 1.211.204 elettori, di cui 591.635 uomini e 619.569 donne. Voteranno per la prima volta, al compimento del 18esimo anno di età, circa 11.730 elettori. Il sistema elettorale è di tipo proporzionale, con soglia di sbarramento del 4% per liste che corrono da sole e del 2% per quelle inserite all’interno di una coalizione.

Non c’è ballottaggio, pertanto sarà eletto presidente il candidato che al termine dello spoglio avrà ottenuto un voto in più degli altri. Previsto il premio di maggioranza: alla lista o alla coalizione che appoggia il presidente eletto sarà garantito un numero minimo di 17 seggi. Ma la lista che sostiene il vincitore non può avere più di 19 seggi. Non ammesso il voto disgiunto.

Le altre regioni chiamate alle urne

Dopo l’Abruzzo, sarà la volta della Sardegna, il 24 febbraio, Basilicata e Piemonte il 26 maggio, stesso giorno delle elezioni per l’Europarlamento, Calabria ed Emilia Romagna tra novembre e dicembre.

(LaPresse/di Luca Masotto)

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