Renzi ‘rasserena’ Conte: appoggio totale al Governo. Ma vuole dettare agenda

"La politica è prevedere, non preservare". E l'ex premier, sente di essere l'unico, nella coalizione, a vedere oltre il proprio naso.

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Nella foto Matteo Renzi

ROMA – Libero, senza correnti e fuoco amico. Matteo Renzi spicca nel viola della scenografia scelta per la prima Assemblea nazionale della sua creatura, Italia viva. Prende la scena, ‘salva’ il governo Conte e fa capire a tutti cosa pensa di sé e di questa coalizione: l’agenda la detto io. Mette la politica estera davanti a quella di casa nostra, che non snobba ma a cui attribuisce un valore assai inferiore rispetto a quello che potrà accadere da qui ai prossimi 5 anni post Brexit. Sparando in apertura quello che tutti aspettano: “Appoggio totale all’esecutivo e al premier, con tutti i ministri e sottosegretari di Iv”. La casa non rischia più di bruciare. Almeno per ora.

Perché Renzi vuole il cambio di passo, lo shock. Dettando temi e tempi, questo lo dice apertamente: “La politica è prevedere, non preservare”. E l’ex premier, sente di essere l’unico, nella coalizione, a vedere oltre il proprio naso. E dice a sé stesso e ai suoi: “Non dobbiamo vivere da reduci ma da pionieri”. Ci sono, però, i sondaggi a inchiodare Iv tra il 3,5 e il 4%, tanto che le voci di Palazzo raccontano di una trattativa per rivedere la soglia d sbarramento della legge elettorale alla tedesca in discussione in Parlamento: “Noi invece vogliamo che resti al 5%”, rintuzza il coordinatore nazionale, Ettore Rosato. Segnando il passo di chi invece immagina Italia Viva già sulla strada del declino. Non Renzi, ovviamente.

Non la sua gente, che comunque a Roma corre al richiamo del leader. Che non li delude: “Abbiamo molto rispetto del premier e vogliamo dargli una mano, ma questo non ci fa arrivare a dire, come qualche vecchio compagno di strada, che Conte sia il leader del progressismo italiano e mondiale. Non può esserlo chi ha firmato i decreti Sicurezza di Salvini”.

L’esecutivo, comunque, arriverà a fine legislatura. Questo è il messaggio che manda a Palazzo Chigi. A patto che si cambi rotta su alcuni temi p fondamentali come la giustizia. Il Guardasigilli Alfonso Bonafede è nel mirino: “E’ uno scandalo che gli innocenti siano in galera”. Dunque, sulla prescrizione Italia Viva non ha fatto un passo indietro, ma non spiega se questo si tramuterà in una battaglia interna alla maggioranza. Si limita a ricordare il ‘lodo Annibali’: “Rinviare di un anno il provvedimento con un emendamento al Milleproroghe” e intanto lavorare sulla riduzione dei tempi della giustizia.

Le fiches più pesanti, comunque, le mette sull’economia, rilanciando il suo piano ‘shock’ da 120 miliardi di opere da mettere in cantiere. E non a caso accoglie come una star Roberto Gualtieri: “Una persona a cui vogliamo bene, uno dei pochi che mi ha chiamato, per salutarmi, quella mattina che sono andato via dal Pd”. Il responsabile del Mef – candidato alle suppletive della Camera per il posto lasciato vacante dalle dimissioni del neo commissario Ue agli Affari economici, Paolo Gentiloni – assapora l’aria buona e infatti schiaccia i tasti giusti: la riforma fiscale. Il nodo resta comunque l’alleanza con i grillini “che è costato molti Maalox”. Ancora troppo pochi, però, per digerire la possibile ‘santa alleanza’ col Pd e Leu: “Noi saremo da un’altra parte”, avverte Renzi. Senza spiegare se accadrà in questa legislatura o solo quando si tornerà alle urne.

Dario Borriello (LaPresse)

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