Restituzioni, va tutto al M5S. E’ giallo sul cambio di regole

Addio ‘comitato di rendicontazione’, nasce l’iban di partito. Muscarà: “Siamo tagliati in due”

NAPOLI – Restituzioni: cambia il regolamento del M5S, ma non si sa per volere e su richiesta di chi. Le decisioni non vengono condivise, ma imposte dai mister x grillini creando non poco imbarazzo anche tra i parlamentari e i consiglieri regionali più smaliziati che si trincerano dietro un no comment come la capogruppo in consiglio regionale Valeria Ciarambino. Del resto è difficile spiegare cosa sta succedendo non avendone contezza. L’unica cosa che tutti sanno è che venerdì scorso Vito Crimi, il cui ruolo resta di reggente fino all’incoronazione di Giuseppe Conte a lader dei grillini, ha comunicato a senatori e parlamentari il cambio di regolamento che investe anche i consiglieri regionali. E la schiera di ‘portavove’ ha risposto, come sempre, “obbedisco”. Senza fare neanche più caso al fatto che il meccanismo delle scelte condivise è saltato e che in casa 5 Stelle come in qualsiasi altro partito le cose le decidono in pochi nelle stanze dei bottoni. I pochi in questo caso pare, stando a voci di palazzo, siano stati proprio Crimi, Conte e Beppe Grillo per sancire l’interruzione del rapporto con Davide Casaleggio e Rousseau. Infatti il nuovo regolamento, scritto a non più di sei mani – pare che i capogruppo alla Camera e al Senato non ne sapessero niente o questo è quello che hanno raccontato ai colleghi che chiedevano lumi – prevede che le restituzioni vengano effettuate su un conto intestato al M5S e non più al comitato di rendicontazione composto dal capo politico e dai capigruppo al Senato e alla Camera com’è stato fino ad ora (stando a indiscrezioni grilline sul conto ci sarebbe una cifra che si aggira attorno ai 7 milioni di euro) e non c’è riferimento a Rousseau. In pratica i parlamentari sono chiamati a versare 2500 euro sul nuovo conto, ma neanche un centesimo a Rousseau.

L’accordo con Davide Casaleggio per l’utilizzo della piattaforma online che prevedeva per gli eletti il versamento di 300 euro mensili è saltato, o quantomeno, laddove lo strappo tra i vertici grillini e l’erede di ‘Gianroberto’ (a cui il Movimento deve saldare un debito che pare si aggiri attorno ai 450 mila euro) si ricucisse, verranno previste altre modalità di affidamento dei servizi. “Vi è una condizione di transizione – spiega il senatore Vincenzo Presutto – il parlamentare da questo mese in poi verserà sul conto intestato al M5S. Si verseranno 2500 euro al mese, e questo rientra nel processo di riorganizzazione che prevede anche una ridefinizione dei ruoli. La nuova modalità di versamento non interrompe il rapporto tra Movimento e Rousseau, ma tra Rousseau e il singolo parlamentare. Non è detto che ci sia una separazione”.

Le scelte sono questione di ruoli. “Dopo lo strappo tra M5S e Rousseau sono decaduti i regolamenti concordati precedentemente – ha detto il senatore Sergio Puglia – Abbiamo al nostro interno ruoli stabiliti e abbiamo demandato alcune decisioni”. Quindi tutto normale? E la piramide rovesciata della base che viene coinvolta nei meccanismi decisionali? “E’ paradossale avere i debiti e decidere di tagliare i rapporti con Rousseau – spiega la consigliera regionale Marì Muscarà – Il comitato di garanzia ha deliberato le modifiche al regolamento? Facendo quali passaggi? Non certo quello degli Stati generali. Siamo un corpo tagliato a metà, il M5S e Rousseau. Una parte che affama l’altra eppure fino a qualche mese fa abbiamo raccontato dell’importanza della democrazia attraverso l’utilizzo di Rousseau. E su questo c’è un silenzio assordante”.
© riproduzione riservata

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome