Rimini, uccide la moglie dopo una lite e si costituisce: l’indagato ha la sindrome ansiosa bipolare

Si è presentato in questura, ieri sera, a Rimini, intorno alle 22, ancora scosso e con i vestiti sporchi di sangue e agli agenti che lo hanno ascoltato avrebbe detto subito di aver ucciso la moglie al termine di una lite violenta

RIMINI – Si è presentato in questura, ieri sera, a Rimini, intorno alle 22, ancora scosso e con i vestiti sporchi di sangue e agli agenti che lo hanno ascoltato avrebbe detto subito di aver ucciso la moglie al termine di una lite violenta. È accaduto a Rimini, dove la polizia ha arrestato un uomo che, dopo essersi costituito, avrebbe fatto sapere agli agenti persino dove trovare il cadavere della donne, in un appartamento della periferia nord della città romagnola. In base a quanto ricostruito, l’uomo sarebbe un paziente del servizio di igiene mentale dell’Azienda Usl di Rimini per un disturbo certificato da sindrome ansiosa bipolare. Sul corpo della donna, sono stati individuati segni di accoltellamento all’altezza della gola.

In base a quanto confermato dalla questura di Rimini, l’uomo, in precedenza, aveva già aggredito la moglie per una forma di gelosia definita patologica e, probabilmente, conseguenza dei suoi disturbi, che gli faceva immaginare elementi non reali. Gli investigatori hanno ipotizzato che, ieri sera, intorno alle 21, al termine di una discussione, l’uomo, con un coltello a serramanico, avrebbe ripetutamente colpito al collo la coniuge (tesi poi confermata dall’indagato davanti al sostituto procuratore titolare dell’indagine). Arrestato in flagranza di reato di omicidio, con l’aggravante di averlo commesso contro la moglie, questa mattina è stato trasferito nella Casa circondariale di Rimini, a disposizione dell’autorità giudiziaria. All’arrivo nell’appartamento dei due, gli agenti hanno trovato i carabinieri, intervenuti dopo una segnalazione della figlia della coppia. “Provo uno sconforto profondo in questo momento: per me, questo non è solo un drammatico episodio di cronaca, ma un caso che mi tocca personalmente, in quanto donna, con un impatto emotivo profondo – ha scritto, sul suo profilo Facebook, Chiara Bellini, vice sindaca di Rimini -. Oggi non posso fare altro che sentire su di me i colpi di quel coltello, che feriscono e poi uccidono, ferocemente. Non lo accetto, anche se non posso cambiare ciò che è successo, non lo accetto e lo devo dire, ne sento la necessità: mi batterò fino all’ultimo come donna e come amministratrice perché la mentalità che alimenta questi fenomeni drammatici cambi definitivamente”. Bellini ha poi ricordato l’importanza dei centri antiviolenza, menzionando, in particolare, la struttura “Rompi il silenzio”, e ricordando come “nel corso del 2021″ siano state circa 250 le richieste di aiuto da parte delle vittime ai diversi sportelli territoriali, con più di 6mila notti di ospitalità per le donne (ma anche minori) vittime di violenza fisica o psicologica e più di 30 donne ospitate nelle case rifugio”.

di Giovanna Pavesi

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