Sabatino Durante: “La Superlega è squallida se non coinvolge i tifosi”

Sabatino Durante, agente Fifa di lungo corso: "Già anni fa Diego Maradona diceva che i club avrebbero dovuto giocare sottraendosi a Fifa e Uefa. Ma farlo solo per soldi e senza riavvicinare i tifosi sarebbe un errore madornale”

NAPOLI – La Superlega “si è abbattuta sul calcio come un meteorite” ma non era un meteorite “perchè i problemi economici, il calcio se li sta trascinando dietro da decenni”. Ma usare un torneo d’èlite per ripianare i debiti dei grandi club ignorando il valore sociale del calcio e i tifosi “è squallido”. Non usa mezzi termini Sabatino Durante, agente Fifa di lungo corso, esperto di mercato internazionale ma soprattutto grande conoscitore del calcio e delle sue dinamiche.
Esimio Durante, che cosa rappresenta questa Superlega per il calcio?
“E’ un’entrata a gamba tesa, una di quelle che in campo fai quando sei disperato e devi fermare l’attaccante lanciato a rete. è un’idea nata per salvare una situazione economica che era disastrosa già da tempo e che la pandemia ha solo reso più grave, rendendo difficilissimo competere a certi livelli. Poche storie: è un sistema per ripianare i debiti di questi grandi club. E come tutte le entrate a gamba tesa, nuoce ai tifosi, all’appartenenza al campanile, all’identificazione col territorio che sono la storia del calcio”.
Insomma una vera e propria rivoluzione…
“Tutte le rivoluzioni passano sopra a tanti sentimenti anche giusti, come quelli dei tifosi. Piuttosto a me fa arrabbiare un’altra cosa”.
Dica pure, prego…
“Sentire Uefa e Fifa che parlano di moralità mi fa morire dal ridere. Sono chiacchiere di politica calcistica di istituzioni che nel 2022 fanno disputare il Mondiale in un paese come il Qatar dove le donne non hanno diritti. A loro dei tifosi non importa nulla, è solo retorica”.
I tifosi sono dunque i veri danneggiati da questa situazione?
“Bisogna preservare il rapporto tra tifoseria e club come simbolo di appartenenza, quello che fa del calcio uno sport diverso dagli altri. Dietro le bandiere dei club c’è un’identità, un popolo. Per questo dico che la Superlega rischia di diventare un circo mediatico privo dei tifosi, che sono il suo sale. Perchè il calcio è uno sport popolare che suscita passioni antiche”.
La sensazione è che comunque il calcio debba essere rifondato…
“Va rifondato ma non all’improvviso. I problemi sono nati dalla gestione sbagliata, c’è molta burocrazia da rifondare, bisogna mettersi davanti a un tavolo e cercare di mediare per garantire il futuro del calcio e dei grandi club ma anche il rispetto della tifoseria e del territorio”.
E’ d’accordo con chi dice che la Superlega sia nata per esportare nel calcio il modello Nba?
“Non credo, perchè stiamo parlando di realtà sportive ed economiche molto diverse. è vero che il basket americano è diventato uno spettacolo planetario soprattutto televisivo ma il calcio è un’altra cosa. Se giochi Liverpool-Milan con 70mila spettatori sugli spalti, chi segue la partita in tv in Cina si trova davanti a un doppio spettacolo: quello del campo e quello degli spalti. Che nel calcio sono imprescindibili”.
E come faranno i club della Superlega a recuperare il rapporto coi tifosi?
“Bisogna creare un tavolo di riforme anche con le istituzioni del calcio, che vanno avanti solo per scelte politiche, pensando ai voti per essere rieletti. Devono capire anche loro che i tempi delle vacche grasse sono finiti. Ecco, io voglio pensare che la Superlega non sia solo uno squallido ricatto per tappare i buchi di bilancio, che possa aprire una strada per riformare il calcio”.
In questo quadro che fine farà la Serie A?
“Non escluderanno mai le tre big dal campionato, magari avranno due squadre per due competizioni diverse, schierando i big in Superlega. Una doppia velocità come accade già oggi con Champions ed Europa League”.
E il Napoli cosa farà? C’è posto anche per lui nella Superlega?
“Ha sicuramente chance di entrare. E magari, con le big distratte dalla Superlega, potrà essere ancora più competitivo in campionato”.
Come andrà a finire, ci sarà davvero il grande strappo?
“Già anni fa Diego Maradona diceva che i club avrebbero dovuto giocare sottraendosi a Fifa e Uefa. Ma farlo solo per soldi e senza riavvicinare i tifosi sarebbe un errore madornale”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome