Salvini iscritto nel registro degli indagati: mi arrestino, non ho paura di nulla

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini usa i social per rassicurare i suoi supporters: "Mi arrestino, non ho paura di nulla". E l'altro vicepremier Luigi Di Maio ricorda che "anche i nostri sindaci" hanno avuto avvisi di garanzia, definiti "atti dovuti"

MILANO – Il ministro dell’Interno Matteo Salvini invita i suoi supporters a stare “tranquilli” dopo l’annuncio delle indagini sul suo conto per l’episodio della nave Diciotti. “State tranquilli, non ho paura di nulla – scrive sulla sua pagina social – indaghino, mi interroghino, mi arrestino. Io sono FIERO di battermi per difendere i confini, tutelare la sicurezza degli italiani e proteggere il futuro dei nostri figli. Vi voglio bene”. Poco dopo, Salvini ha condiviso una foto mentre beve un boccale di birra e pesca. A corredo un post che recita: “Sempre più determinato a difendere gli italiani, un brindisi a chi indaga, insulta o ci vuole male!”. Il ministro e leader della Lega è stato iscritto dalla procura di Agrigento nel registro degli indagati per sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio in merito al caso Diciotti

Il capo di gabinetto: sono sereno

Intanto, Matteo Piantedosi, capo di Gabinetto del ministro dell’Interno, si dice assolutamente “sereno, tranquillo e determinato”. Il suo rapporto con Salvini, professionale e umano, non è in discussione e si è addirittura rinforzato. Piantedosi è convinto che sull’affaire Diciotti non sia stata violata alcuna norma.

Di Maio: decisione di tutto il governo

Da parte sua, il vicepremier M5S Luigi Di Maio ha dichiarato a Sky che “noi di atti dovuti ne abbiamo avuti per vari sindaci”. In particolare, Nogarin a Livorno, Appendino a Torino, Raggi a Roma. “Sia chiaro che non stiamo cambiando linea” prosegue Di Maio. “Abbiamo chiesto a volte le dimissioni anche di gente non indagata, perché faceva delle cose sconcertanti” . E aggiunge che “se durante le indagini vengono fuori cose sconcertanti, non serve aspettare il primo grado di giudizio, noi non siamo garantisti in quel senso”. Il vicepremier ha anche detto che “c’è un atto dovuto a carico del ministro dell’Interno, ma la decisione di non far sbarcare i migranti dalla Diciotti è stata di tutto il governo”.

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