“Sanità migliore d’Italia in due anni”, De Luca rilancia la bugia del 2017

NAPOLI – “Abbiamo una sfida che dobbiamo vincere: fare della sanità campana la prima d’Italia. Ci manca un anno e mezzo, due anni, ma ci arriveremo, ci siamo già vicini”. Lo ha detto ieri il governatore della Campania, Vincenzo De Luca intervenuto all’ospedale di Nola per l’inaugurazione di un nuovo sistema cardiologico. Ma dove l’avevamo già sentita questa frase? E pronunciata da chi? Incredibilmente proprio nello stesso luogo, il Santa Maria della Pietà di Nola (finito in quel periodo al centro della bufera per le immagini di un paziente assistito sul pavimento) e dalla stessa persona il 30 gennaio 2017. Allora il nostro giornale volle dare credito alle parole del presidente della Regione. Da quel giorno, per esattamente due anni, abbiamo pubblicato un conto alla rovescia negli spazi dedicati al racconto delle vicende, troppo spesso tragiche, della sanità campana. Allo scadere dei 730 giorni abbiamo fatto il punto della situazione con gli operatori sanitari, con i cittadini, con il mondo delle istituzioni. Tragico il bilancio: quella promessa non è stata mantenuta. Per niente. E lo ha riconosciuto, di fatto, lo stesso governatore, pronunciando le stesse parole nel 2019 a Frattamaggiore: “Se restiamo concentrati e lavoriamo così per altri due anni saremo i primi in Italia, la sanità della Campania sarà davanti a quella di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Pur avendo il trasferimento statale più basso d’Italia”. La questione dei finanziamenti più bassi non è cambiata. Infatti, ieri, De Luca ha ricordato: “Nel 70% dei casi abbiamo liste di attesa più basse a Napoli che a Milano, pur avendo ancora oggi in Campania 15mila dipendenti in meno rispetto alla media nazionale, e siamo ancora l’ultima regione d’Italia nel riparto del Fondo sanitario nazionale. Ogni anno ci derubano di 200 milioni di euro”. Stesso refrain del 2017, del 2019 e di tante altre volte. Ma risentire di nuovo l’annuncio roboante della sanità migliore d’Italia a 7 anni dalla prima volta, dopo che non è cambiato granché nella quotidianità dei pazienti e del personale sanitario (che eroicamente continua a garantire i servizi in condizioni a dir poco complesse), ha riaperto una ferita mai sanata nei cittadini che ci hanno creduto allora, che hanno confermato l’ex sindaco di Salerno alla guida della Regione alle successive elezioni, e che oggi fanno davvero fatica a prendere in considerazione una promessa di questo tipo, ripetuta ciclicamente e mai mantenuta. Quasi tutti gli organismi che si occupano di valutare le performance sanitarie, a cominciare dal rapporto Svimez, piazzano la Campania all’ultimo o al penultimo posto (a febbraio Agenas, giusto per citare uno degli ultimi casi, ha totalmente bocciato il settore emergenza-urgenza collocandolo al primo posto, certo, ma leggendo la classifica partendo dall’ultimo posto e non dal primo). Classifiche stilate nel 2024, attenzione, non nel 2017 quando De Luca annunciò che entro due anni la Campania avrebbe avuto il servizio sanitario migliore del Paese. E nemmeno nel 2019. No, non ricominceremo a pubblicare il conto alla rovescia in attesa di verificare se, questa volta, la promessa (che come tutti i campani speravamo diventasse una solida realtà) sarà mantenuta. Sarebbe da illusi. Ci limiteremo a continuare a raccontarvi quello che accade. La verità. Oltre ogni annuncio.

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