Sanremo: assolto il vigile che marcava il badge al lavoro in mutande

Si chiama Alberto Muraglia

Foto Marco Cantile - LaPresse

SANREMO – Assolto nell’udienza preliminare il vigile di Sanremo che marcava il badge in mutande. Si chiama Alberto Muraglia ed è stato assolto col rito abbreviato in quanto il fatto non sussiste.

Il fatto

Miraglia era diventato famoso per un episodio del tutto particolare: veniva ripreso dalle telecamere mentre timbrava il badge al lavoro ancora in mutande. Per tale motivo era finito sotto inchiesta nell’indagine della guardia di finanza sui furbetti del cartellino. Ma, secondo quanto dimostrato dal suo avvocato difensore, Alessandro Moroni, l’uomo doveva essere assolto col rito abbreviato durante l’udienza preliminare. E così è stato. Una decisione presa in quanto “il fatto non sussiste”. L’uomo, guardiano del mercato ortofrutticolo si svegliava alle 5,30 per aprire i cancelli in abito borghesi (si legge nella disposizione del comandante della polizia locale) per poi rientrare ed indossare la divisa e prendere servizio regolarmente alle 6. Un compito che svolgeva in cambio dell’alloggio a titolo gratuito nello stabile del mercato. Dunque, dopo aver aperto i cancelli, l’uomo si assicurava che all’ingresso non ci fossero auto che ostacolassero il passaggio.

L’arringa difensiva

“E’ come avviene per tutti gli agenti che devono prendere servizio – spiega l’avvocato Moroni – che entrano, timbrano in borghese, poi si cambiano”. Ma, in quattro occasioni Muraglia entra in casa, dopo aver aperto il mercato, si cambia d’abito ma dimentica di timbrare il cartellino. “Ecco perché ritorna sui suoi passi ancora in mutande per timbrare in quanto era stato disposto che il segnatempo venisse marcato in abiti borghesi e l’atto di vestire la divisa considerato dunque già orario di lavoro. Anzi, in quei casi è più facile che abbia regalato quaranta secondi, anziché averne sottratti allo Stato”.

L’assoluzione

Lo stesso procedimento si è chiuso con 10 assoluzioni, 16 rinvii a giudizio e altrettanti patteggiamenti. “Andate aff…, mi avete rovinato la vita” ha inveito una donna uscita dall’aula udienze dopo la lettura del dispositivo di assoluzione nei suoi confronti. “Una decisione assolutamente corretta e in linea con le risultanze del procedimento, per cui non mi stupisce affatto – ha dichiarato Alessandro Mager, uno degli avvocati del collegio difensivo”. Per Moroni è giunto il momento di “spegnere i riflettori e lasciare che questa vicenda torni a essere come tutti gli altri processi. Il vaglio di questi filmati ha detto che erano innocenti”.

“L’impianto accusatorio – ha asserito il sostituto procuratore Grazia Pradella – vede una sostanziale conferma in sedici patteggiamenti e altrettanti rinvii a giudizio. Per quanto riguarda gli abbreviati leggeremo con attenzione le motivazioni e decideremo il da farsi anche perché su queste posizioni vi erano prove che la procura ha considerato importanti e di spessore. Valuteremo con estrema serietà, così come con estrema serietà sono state considerate le prove fotografiche e documentali”. L’8 giugno prossimo la data di inizio del processo per chi invece ha scelto il rito ordinario.

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