Santa Maria Capua Vetere, violenze sui detenuti: altri 41 indagati

Il carcere di Santa Maria Capua Vetere

SANTA MARIA CAPUA VETERE – Altri 41 indagati nell’inchiesta sulle violenze commesse sui detenuti nel carcere “Uccella” il 6 aprile 2020. Il pm Alessandro Milita ha chiesto una proroga delle indagini per poterne identificare anche altri. Si tratta di agenti intervenuti ma mai identificati in quanto muniti di caschi protettivi e mascherine anti-Covid; erano almeno un centinaio i pubblici ufficiali che mancavano all’appello tra i tanti ripresi dalle telecamere interne del carcere mentre pestavano i detenuti con mani nude e manganelli facendoli passare anche in un “corridoio” di agenti.

I nomi

La proroga è stata quindi chiesta per Enzo Coppolo, Antonio Saldamarco, Armando Della Corte, Marcello Zanna, Emilio Paone, Sossio Vitale, Agostino Pignataro, Alberto Elia, Salvatore Soma, Eduardo Gammella, Gennaro Ottaviano, Nicola Macalle, Vincenzo Russo, Salvatore Salviati, Luigi Reccia, Pasquale Cernicchiaro, Ernesto Filomeno, Vincenzo Ghezzi, Luigi Martino, Domenico De Benedictis, Cesario Marrandino, Salvatore Amoroso, Carmine Iovino, Giovanni Melillo, Emilio Picariello, Luigi Dambrosio, Umberto Sollo, Antonio Santini, Marco Mosca, Mauro Cerrato, Benito Pacca, Antonio Cacciapuoti, Vito Aversano, Gianluca Limata, Rossella Laurenza, Vincenzo Berrini, Pietro Marseglia, Michele Mingione, Luigi Ferrara, Antonio Curvo e Giuseppe Leccia. I nuovi indagati rispondono a vario titolo di atti di tortura: 27 di loro sono attualmente in servizio al carcere napoletano di Secondigliano, quattro ad Avellino e dieci a Santa Maria Capua Vetere.

Il processo

Intanto a novembre inizierà il processo a carico di 103 tra agenti e funzionari del Dap e 2 medici coinvolti nell’inchiesta (c’è anche l’ex provveditore regionale del Dap Antonio Fullone), accusati a vario titolo di responsabilità in ordine alle violenze ai danni dei detenuti. Si ipotizzano maltrattamenti pluriaggravati, lesioni personali pluriaggravate, abuso di autorità contro detenuti, perquisizioni personali arbitrarie, falso in atto pubblico aggravato, calunnia, frode processuale, depistaggio, favoreggiamento personale, rivelazioni indebite di segreti d’ufficio, omessa denuncia. Alcuni rispondono di cooperazione in omicidio colposo relativo alla morte del detenuto algerino Lakimi Hamine, deceduto il 4 maggio 2020 dopo alcuni giorni in isolamento. Del collegio difensivo, fra gli altri, fanno parte gli avvocati Carmine D’Onofrio, Luca Viggiano, Gennaro Caracciolo, Ferdinando Letizia, Giuseppe Stellato, Valerio Alfonso Stravino, Vittorio Giaquinto, Carlo De Stavola, Raffaele Costanzo, Angelo Raucci, Dezio Ferraro, Raffaele Russo, Natalina Mastellone.

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