Scambio di accuse tra Salvini e Di Maio, il governo è in bilico

I due vice premier faticano a sopportarsi

in foto Matteo Salvini, Luigi Di Maio

ROMA – Le europee si avvicinano, e tra M5S e Lega continuano battibecchi e schermaglie. Il capo dei pentastellati, Luigi Di Maio, aveva puntato il dito contro l’alleato di governo, che al Parlamento di Strasburgo si presenterà alleato con “chi nega l’Olocausto”.

Salvini, dopo aver frenato i suoi dal replicare, decide di contrattaccare in prima persona. “Questa gente che cerca fascisti, comunisti, nazisti, marziani e venusiani…i ministri sono pagati per lavorare”, taglia corto all’inizio della sua visita a Genova. Poi, durante una conferenza stampa, torna sull’argomento: “Per quanto riguarda i dibattiti sul passato storico, non mi appassionavano quando li faceva Renzi, non mi appassionano se li fa Di Maio”.

Insomma, il leader del Carroccio liquida fascismo (assieme a nazismo e comunismo) dicendosi sicuro che non torneranno più. Insomma, “chi dibatte su orrori storici di 70 anni fa, secondo me, non è al passo con i tempi”, attacca. Poi arriva un’altra frecciatina contro il collega di governo: lui fa del suo meglio sul fronte migratorio, promuove la Tav ed altri cantieri, mentre i suoi colleghi sembrano perdersi in inutili polemiche e non dimostrano senso pratico.

Di Maio, ad Ivrea per l’evento ‘Sum’, in memoria di Gianroberto Casaleggio, rivendica di essere nel giusto quando parla dei negazionisti. Il riferimento è all’AfD tedesca, che ha lasciato il Parlamento di Berlino quando si è ricordato l’Olocausto. “Credo di stare dicendo una cosa giusta, che non riguarda solo me, ma i nostri figli”, spiega. Le differenti posizioni, però, non andrebbero a incrinare l’intesa di governo. L’esecutivo, per il vicepremier pentastellato, va a gonfie vele “quando lavora sui fatti lavora in maniera compatta e concreta”, mentre i problemi sorgono “quando si comincia a parlare di temi ideologici”.

Viste dalle opposizioni, le baruffe giallo-verdi sono la dimostrazione plastica che l’esecutivo è arrivato al capolinea, o almeno ci arriverà il 26 marzo, quando si voterà per i nuovi rappresentanti da mandare a Bruxelles e Stasburgo. Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, chiede di finirla con il “teatrino” e le “sceneggiate”, invitando entrambi i vicepremier a dimettersi, perché “stanno distruggendo il Paese mentre continuano a litigare su tutto”.

Patrizia Toia, capo della delegazione dem in Europa, ricorda che il Movimento 5 Stelle è nel gruppo dell’Europa della libertà e della democrazia diretta (Efdd), che include proprio l’Afd criticata da Di Maio, rappresentato dall’europarlamentare Jorg Meuthen, “vicinissimo ai negazionisti”. Anche Forza Italia prende di mira il leader M5S: Mara Carfagna sottolinea che a dividere i due azionisti di governo “non ci sono solo nazisti, fascisti, marziani e venusiani, ma soprattutto cose concrete: Tav, decreto banche, lavoro”.

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