Scuola, indagine del Senato: giovani schiavi degli smartphone

"Giovani schiavi resi drogati e decerebrati: gli studenti italiani. I nostri figli, i nostri nipoti. In una parola, il nostro futuro"

 “Giovani schiavi resi drogati e decerebrati: gli studenti italiani. I nostri figli, i nostri nipoti. In una parola, il nostro futuro”. È quanto si legge nell’indagine conoscitiva realizzata dalla Commissione Istruzione del Senato ‘Sull’impatto del digitale sugli studenti, con particolare riferimento ai processi di apprendistato’ che sta alla base della circolare del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, contenente indicazioni sull’utilizzo dei telefoni cellulari e di analoghi dispositivi elettronici nelle classidelle scuole italiane.

L’indagine conoscitiva – allegata dal ministero assieme alla circolare – afferma che “non si tratta di dichiarare guerra alla modernità, ma semplicemente di governare e regolamentare quel mondo virtuale nel quale, secondo le ultime stime, i più giovani trascorrono dalle quattro alle sei ore al giorno. Si tratta di evitare che si realizzi fino in fondo quella ‘dittatura perfetta’ vaticinata da Aldous Huxley quando la televisione doveva ancora entrare in tutte le case e lo smartphone aveva la concretezza di un’astrazione fantascientifica”.

Oltre alla misura sullo stop degli smartphone a scuola la Commissione del Senato suggerisce una serie di altre ipotetiche azioni per il futuro. “Scoraggiare l’uso di smartphone e videogiochi per minori di quattordici anni – si legge -, rendere cogente il divieto di iscrizione ai social per i minori di tredici anni; prevedere l’obbligo dell’installazione di applicazioni per il controllo parentale e l’inibizione all’accesso a siti per adulti sui cellulari dei minori; favorire la riconoscibilità di chi frequenta il web; vietare l’accesso degli smartphone nelle classi; educare gli studenti ai rischi connessi all’abuso di dispositivi digitali e alla navigazione sul web”.

“Interpretare con equilibrio e spirito critico la tendenza epocale a sopravvalutare i benefici del digitale applicato all’insegnamento – conclude la relaizone – incoraggiare, nelle scuole, la lettura su carta, la scrittura a mano e l’esercizio della memoria”.

LaPresse

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