Scuola, quando l’idea di una minoranza viene ritenuta un trend

Foto LaPresse - Daniele Leone

Su Change.org, nota piattaforma di petizioni online, poco meno di 40mila studenti hanno “firmato” (e dopo chiariamo il perché delle virgolette) per chiedere al Ministro dell’Istruzione prof. Patrizio Bianchi di proseguire nel solco di quanto accaduto negli ultimi due anni e riproporre anche nel 2022 l’esame di maturità esclusivamente orale. In pratica, cancellare l’esame scritto la cui assenza ha comunque permesso di certificare la “maturità” di due ottime annate di studenti che hanno gettato il cuore oltre la Dad.
Inutile dire che la notizia ha destato la curiosità (e la facile viralità) degli organi di informazione ma anche di tanti acuti commentatori della mattina come Massimo Gramellini (che ci ha dedicato il suo caffè) e Antonello Piroso. Ma ritengo sia giusto contestualizzare di cosa stiamo parlando, prima dei facili risolini e delle altrettanto facili indignazioni nel solco del “i giovani d’oggi” detto dai giovani d’ieri che tanto hanno contribuito a creare le condizioni in cui vivono i giovani d’oggi.
Partiamo da un presupposto: questo tipo di petizioni online non hanno alcun tipo di valore. O meglio, non hanno alcun tipo di valore legale. Possono sicuramente essere utili per creare trend, smuovere coscienze, offrire il pretesto per qualche pezzo ai giornalisti, addirittura diventare viatico per sollevare la coscienza popolare, ma una petizione di sensibilizzazione come quella proposta non ha un obbligato seguito tra i banchi del Parlamento o nei Ministeri preposti. Più in generale, referendum abrogativi o proposte di legge popolari possono prevedere la raccolta firme online, ma a patto che il firmatario usi firma digitale e legalmente riconosciuta. Considerando che la petizione in questione porta come nome del primo firmatario “Studente maturando”, non è certo questo il campo in cui ci muoviamo.
Ma andiamo oltre. Fatta nostra la quasi totale inutilità della questione sollevata in questi termini, è bene contestualizzare i numeri di cui parliamo. Esercizio fondamentale per restituire la portata reale di quanto sta accadendo in questo momento online. I firmatari sono 39mila e qualche centinaio quando vi scrivo, ma per comodità arrotondiamo per eccesso a 40mila. Rifacendoci al dato del 2021, i maturandi dell’ultimo esame sono stati 540mila e questo numero è stato recentemente riconfermato anche per il 2022 da fonti di stampa. Quindi, facendo due conti carta e penna alla mano, supponendo che i firmatari siano tutti effettivamente maturandi del 2022 (cosa altamente improbabile, considerando che anche chi vi scrive si è registrato alla petizione), parliamo del 7,4 percento della popolazione che conta di chiudere le superiori l’anno prossimo.
Questa stima per eccesso chiaramente non restituisce la realtà dei fatti, ma parliamo comunque di un numero esiguo a cui far riferimento per parlare di trend. Ed è qui tutta la magia del web: una sparuta rappresentanza diventa una storia da raccontare e commentare. Qualche uscita infelice sui social diventa “macchina dell’odio” o descrive odiatori seriali che spiccano in un mare di normalità. L’opinione di un commentatore diventa virale come quella di un virologo. E via così. De facto, sviluppando lunghi e articolati pensieri su giovani e società sulla base dei 40mila di Change inneschiamo gli stessi fenomeni stigmatizzati in altre occasioni. Con buona pace dei commentatori della mattina.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome