Sea Watch 3, bloccato l’ingresso nel porto di Lampedusa: la guardia di finanza sale a bordo della nave

I militari sull'imbarcazione per parlare con il capitano

LAMPEDUSA – Prima l’attesa, poi le dichiarazioni della capitana della Sea Watch 3 Carola Rackete decisa ad eludere il blocco delle autorità. E allora la nave che si mette in viaggio verso le coste italiane. Fino a quando, però, non arriva un nuovo colpo di scena. Inatteso per certi versi ma non impossibile da immaginare: la Sea Watch 3, da ieri a largo di Lampedusa, ha provato ad entrare nel porto ma è stata bloccata dalle autorità italiane.

Il blocco imposto alla Sea Watch 3

Gli uomini delle fiamme gialle, infatti, sono entrate in azione dopo che in una prima fase dal natante era arrivato un netto ‘no’ al primo alt. E così, dopo aver fatto spegnere i motori dell’imbarcazione, i finanzieri sono riusciti a salire a bordo della nave e sono al momento ancora a colloquio con la comandante Carola Rackete.

La nave è adesso ferma a meno di un miglio dal porto, in attesa di ulteriori sviluppi. È stata una mattinata intensa dopo circa due settimane di ‘battibecchi’ a distanza. Perché alla minaccia di rompere i blocchi è seguita un’azione concreta alle quali le autorità italiane non potevano non rispondere.

La dinamica è stata raccontata da Giorgia Linardi, portavoce della ong in questione: “Questa mattina – ha detto – la nave ha comunicato con le autorità informandole che erano trascorse ormai ventiquattro ore dalla dichiarazione dello stato di necessità che la ha costretta all’ingresso nelle acque territoriali.

Alle 14 e 16, non avendo ricevuto nessuna comunicazione o assistenza, ha proceduto verso il porto. Ma a circa un miglio le è stato intimato di spegnere i motori”.

Futuro tutto da scrivere

Quel ‘miglio’ è ancora oggi la distanza che intercorre tra la nave e il porto siciliano. Probabile che a breve possano esserci novità importanti. Considerando anche che dalla stessa Sea Watch era partito un esposto alla procura di Agrigento per valutare ‘eventuali condotte di rilevanza penale delle autorità marittime e portuali preposte alla gestione delle attività di soccorso’.

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