Segreteria Pd, c’è Sarracino e la Picierno resta isolata

Segreteria Pd, c'è Sarracino e la Picierno resta isolata
Segreteria Pd, c'è Sarracino e la Picierno resta isolata

NAPOLI Il Pd punta a chiudere la composizione della segreteria, ma ieri si era ancora in alto mare. Per ca squadra che dovrà affiancare il segretario Elly Schlein, un ruolo lo gioca anche la Campania, regione che dovrebbe pesare nella scelta di qualcuno dei nomi dell’area che fa riferimento al presidente dell’Emilia Romagna (4/5 su un totale di 20 componenti). Dovrebbe essere in squadra il deputato ed ex segretario provinciale di Napoli Marco Sarracino, mentre appare destinata all’esclusione l’europarlamentare Pina Picierno.

In Campania, al netto di alcune zone di Napoli (come il Vomero e San Giovanni a Teduccio), la mozione che aveva prevalso era quella di Bonaccini. La regione è inoltre commissariata, nel regionale, con Nicola Misiani (uomo di fiducia della neosegretaria ma anche in ottimi rapporti con il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, non iscritto al Pd, ma fratello dell’ex parlamentare e ora consigliere regionale Massimiliano), e a Caserta (dove Susanna Camusso sta affrontando la grana delle tessere gonfiate e dei ricorsi alla magistratura). 

Tra i nomi del Sud per la segreteria, due erano già emersi a ridosso delle primarie, quello di Piero De Luca, figlio del ‘governatore’ Vincenzo, uno che per molti fa parte di quei signori delle tessere e capibastone invisi alla nuova segretaria, coordinatore della mozione Bonaccini al Sud; e quello della Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo, anche lei vicina a Bonaccini, forse non abbastanza e con convinzione come indicano in molti. Del resto, la Picierno è stata vicina a Walter Veltroni, Matteo Renzi e Dario Franceschini prima di approdare nel team di Bonaccini, incassando addirittura la promessa dell’incarico di vicesegretario in caso di elezione: un’ulteriore giravolta non avrebbe nessun credito. Piero De Luca è impegnato già a mantenere la sua vicepresidenza alla Camera e a parare i contraccolpi che gli arrivano dalle scelte di un padre ingombrante, per la verità mai tenero con il suo partito, ma ora in lotta dentro i dem per la questione del terzo mandato. “Arte povera”, ha definito De Luca senior il Pd uscito dalle primarie, e in una assemblea congressuale, quella di Napoli; promettendo qualche giorno dopo ai giornalisti un periodo di “effervescenza e allegria” dopo Pasqua, forse sperando che le scelte per la segreteria slittassero, e ancora oggi consigliando loro di avere “pazienza”. Nel frattempo, i consiglieri regionali del Pd, che si sono ricompattati, hanno riportato Napoli al centro dell’universo dem territoriale e non, togliendo il ‘primato’ a Salerno, e fatto soprattutto un lavoro di cucitura tra mozioni che non solo ha dato Giuseppe Annunziata candidato unitario e poi segretario del Pd di Napoli, ma anche il segretario di Articolo 1 Francesco Dinacci presidente napoletano. Sfasciato definitivamente, e non solo apparentemente, anche l’asse tra Vincenzo De Luca e il deputato Sarracino. Quanto alla Picierno, in lite con Gennaro Oliviero, presidente del consiglio regionale, per citare una fonte interna al partito, “non la vuole nessuno, nemmeno Bonaccini”, meno che mai il nuovo gruppo dirigente napoletano, che è in stretto raccordo con quello avellinese e beneventano e direttamente a contatto con la segretaria. Anche Vincenzo De Luca fa la sua parte per sbarrare il passo a Picierno, investendone direttamente Bonaccini. 

Per la sinistra dem il commissario Misiani dovrebbe essere confermato all’Economia, mentre Peppe Provenzano dovrebbe andare agli Esteri e Sarracino al Mezzogiorno.

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