Serie A, il ministro Spadafora a Cronache: senza sicurezza non si riparte

"Serve un percorso condiviso da Figc e Comitato Tecnico Scientifico. Vedremo i dati delle prossime due settimane".

Vincenzo Spadafora, ministro dello Sport e della Gioventù, nato ad Afragola ma cresciuto nelle vicinanze di Cardito, dopo gli studi classici si trasferisce a Roma, dove inizia a collaborare con l’Unicef. Dopo diverse esperienze umanitarie nel campo delle ‘Organizzazioni non governative’, nel 2008 viene nominato presidente di Unicef Italia, carica che ricopre fino al 2011. Il 29 novembre 2011 viene nominato, dal presidente della Camera Gianfranco Fini e dal presidente del Senato Renato Schifani, primo garante per l’infanzia e l’adolescenza. Alle elezioni politiche del 2018 candidato dal Movimento 5 Stelle nel collegio uninominale di Casoria – Campania 1 – e viene eletto deputato con il 59,4%. Il 12 giugno 2018 diventa sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri con delega alle Pari opportunità e ai Giovani nel governo guidato dal premier Giuseppe Conte. E’ stato uno dei protagonisti nella trattativa per la nascita del nuovo governo M5S-Pd. Il 4 settembre 2019, il premier Conte lo nomina ministro.

L’emergenza coronavirus continua ad assediare lo sport, un piano di aiuti?

Molte realtà sportive stanno affrontando una crisi senza precedenti. Difficoltà enormi per il pagamento dell’affitto, delle bollette, degli stipendi, del cibo per gli animali o per la manutenzione del proprio impianto. Si tratta di realtà fondamentali per il nostro Paese e per questo abbiamo previsto un piano di sostegno. Stiamo già distribuendo un bonus di 600 euro al mese per tutti i collaboratori sportivi e per la prima volta Federazioni Sportive Nazionali, Discipline Sportive Associate, Enti di Promozione Sportiva, associazioni e società sportive dilettantistiche avranno lo stesso trattamento delle piccole e medie imprese. Abbiamo creato un fondo presso l’Istituto di credito sportivo che consentirà di garantire 100 milioni di euro di finanziamenti a tasso zero per i soggetti sportivi che non possono accedere al Fondo centrale di Garanzia per le piccole e medie imprese.

Se non passa il protocollo Figc, il Governo chiuderà il calcio?

Siamo stati sempre chiari su questo punto: la salute viene prima di ogni cosa. Ragion per cui procederemo un passo alla volta. Ora sono ripresi gli allenamenti individuali e stiamo lavorando sul protocollo Figc per quelli di squadra, che nelle nostre previsioni dovrebbero poter riprendere dal 18 maggio. Da ministro dello Sport non posso che augurarmi una ripresa della Serie A, ma ciò non può che avvenire attraverso un percorso condiviso da tutte le parti in campo: dalla Figc al Comitato Tecnico Scientifico. Per avere dati reali su cui decidere in merito alle partite servirà vedere le conseguenze delle riaperture di questi giorni: ci vorranno almeno un paio di settimane.

In questi giorni il Comitato tecnico scientifico sta incontrando le varie componenti, c’è qualche spiraglio per la ripresa per la serie A?

Il campionato di calcio di serie A rappresenta un tema importante per il nostro Paese, non solo per la sua capacità di suscitare emozioni ma anche per quella di generare un indotto economico molto rilevante. Oltre ad una passione, è una vera e propria industria che fornisce risorse anche agli altri sport e dà lavoro a tantissimi italiani. La speranza quindi non può che essere quella di una ripartenza, ma – come già detto – questa deve avvenire in condizioni di sicurezza.

E per il calcio dilettantistico e gli sport cosiddetti minori?

Il calcio dilettantistico ha già espresso la sua difficoltà di tornare in campo, perché il protocollo immaginato ha costi elevati. Ora dovremo rispondere alla richiesta di aiuto dei tanti lavoratori dello sport di quel settore e di tutti gli altri sport che io personalmente non ho mai considerato “minori”, perché tutti svolgono un ruolo fondamentale per il nostro Paese.

Il direttore del dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, Giovanni Rezza, l’altro giorno ha ribadito la sua prudenza sulla ripresa degli allenamenti, Lei cosa ne pensa?

Fin dal primo momento la mia linea è stata chiara: per superare una crisi come questa dobbiamo necessariamente tener conto del parere dei medici, e per le squadre in particolar modo dei medici sportivi. Ci sono anche rilievi civili e penali, è un tema molto delicato che va affrontato con attenzione.

Lo Sport riparte in sicurezza?

Questo è il nostro obiettivo e sarebbe assurdo se così non fosse. Infatti, lo scopo di ogni sport è quello di migliorare il benessere psicofisico delle persone, non peggiorarlo.

Il mondo dei collaboratori sportivi va riformato?

Sì, assolutamente. Si tratta di centinaia di migliaia di lavoratori che, spesso, senza garanzie e lontano dai riflettori svolgono un ruolo fondamentale. Anche per questo motivo abbiamo scontato alcuni ritardi nella consegna del contributo di 600 euro per i collaboratori sportivi, perché non esisteva un database istituzionale attraverso il quale organizzare il lavoro. Finita l’emergenza sanitaria sarà necessario riformare questo mondo.

In che modo le Federazioni di sport minori potranno applicare protocolli sanitari per riprendere le attività sportive in sicurezza?

Con buon senso e massima attenzione. Abbiamo pubblicato lunedì mattina le linee guida per gli sport individuali, scritte anche in virtù delle considerazioni che ci sono pervenute dal Coni, dal Cip e dalle Federazioni stesse, con le quali vi è stato finora un rapporto di massima collaborazione. Ovviamente molto dipenderà dall’evoluzione del virus.

Un appello agli sportivi delle società dilettantistiche e ai tanti tifosi delle squadre di calcio.

Per entrambi vale lo stesso appello alla responsabilità. Sono consapevole dei sacrifici a cui vanno incontro sia gli sportivi che i tifosi. Per questa stagione al momento nessuno potrà esultare sugli spalti dei nostri stadi, grandi o piccoli che siano, ma torneremo di nuovo a farlo. Torneremo a gioire ed abbracciarci, torneremo a ripopolare le curve se sapremo affrontare con responsabilità questo periodo, consapevoli che ognuno deve essere responsabile per se stesso e per gli altri.

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