Sfida alla plastica, è l’ora della verità

NAPOLI – L’Europa è al bivio e non può più consentirsi passi falsi o esitazioni. All’inizio della settimana comincerà a Parigi il dodicesimo ciclo di negoziati ad alto livello sulle modalità di conclusione di un trattato mondiale contro l’inquinamento da plastica. Il Commissario Ue all’Ambiente Virginijus Sinkevicius rappresenterà la Commissione alla riunione organizzata dalle Nazioni Unite. Di fronte alla triplicazione della produzione di plastica prevista entro il 2060 – si legge in una nota della Commissione europea – “l’Ue cercherà di ottenere disposizioni giuridicamente vincolanti sulla produzione primaria di plastica, per garantire una produzione e un consumo sostenibili. Oltre mille delegati di governi, Ong, industrie e società civile discuteranno allo scopo di decidere, entro la fine del 2024, un nuovo strumento giuridicamente vincolante per mettere fine all’inquinamento da plastica, anche nell’ambiente marino”. Sinkevicius non si si è tirato indietro sull’argomento e ha spiegato: “Un trattato internazionale sulla plastica è per noi l’occasione di porre fine a questo tipo di inquinamento introducendo norme mondiali per tutto il ciclo di vita della plastica. Nell’Ue rafforziamo costantemente la legislazione per diminuire l’inquinamento da plastica: da una nuova normativa europea per ridurre gli imballaggi a misure relative alle microplastiche. Siamo determinati a continuare ad adoperarci a favore di un’azione ambiziosa in tutto il mondo, poiché la lotta contro le crisi dell’inquinamento, del clima e della biodiversità deve riguardarci tutti”. Il negoziato arriva a pochi giorni dalla Giornata mondiale dell’Ambiente, che ogni anno si celebra il 5 giugno, e quest’anno è dedicata proprio al tema della plastica. Pesa, e non poco, secondo le Nazuoni Unite, anche il Turismo. Otto turisti su dieci visitano le zone costiere e, purtroppo, contribuiscono all’aggiunta di rifiuti ai già enormi otto milioni di tonnellate di plastica che entrano negli oceani ogni anno. Questo legame tra plastica e turismo non è casuale, ma è spesso il risultato dell’uso diffuso di prodotti in plastica monouso, che sono considerati modi efficaci ed economici per garantire standard di salute, sicurezza e igiene per i turisti. Negli hotel, ad esempio, è comune l’utilizzo di kit di cortesia contenenti bottiglie di shampoo di plastica monouso, spazzolini da denti e pettini. Questi prodotti, sebbene convenienti, contribuiscono alla crescita del problema della plastica negli oceani. Inoltre, le navi da crociera, che accolgono un gran numero di turisti, scaricano in mare grandi quantità di acque reflue che contengono microplastiche. Il rischio di un aumento dell’inquinamento da plastica è reale, soprattutto considerando che il settore del turismo sta tornando ai livelli pre-pandemia. Secondo i dati dell’ONU, gli arrivi turistici internazionali sono aumentati da 177 milioni nel 1980 a quasi 1,5 miliardi all’anno nel 2019. Nel 2023, il settore si sta riprendendo ulteriormente, con il doppio delle persone che hanno viaggiato rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Di fronte a questa sfida, è di fondamentale importanza coordinare azioni, politiche e infrastrutture per guidare il settore del turismo verso la transizione verso un’economia circolare. Il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente e il World Travel & Tourism Council hanno sottolineato l’importanza di questo approccio. Gli esperti concordano sul fatto che intervenire è più urgente che mai. Attualmente, l’umanità produce circa 430 milioni di tonnellate di plastica all’anno, due terzi delle quali sono prodotti di breve durata che diventano rapidamente rifiuti. Il 99% della plastica è costituito da sostanze chimiche provenienti da fonti inquinanti e non rinnovabili. La maggior parte della plastica, che ha visto una crescita di oltre 22 volte nella produzione negli ultimi 50 anni, non si decompone mai completamente. Invece, si frammenta in microplastiche che vengono ingerite dai pesci e dal bestiame, finendo poi nel nostro sistema alimentare attraverso il consumo di pesce e l’acqua potabile. Per affrontare questa problematica, è necessario agire su più fronti. È fondamentale promuovere la riduzione dell’uso di plastica monouso nel settore turistico, incoraggiando l’utilizzo di alternative sostenibili e promuovendo pratiche di gestione dei rifiuti più efficienti. Inoltre, è importante educare i turisti sulle conseguenze ambientali del loro comportamento. Ora per l’Europa, e non solo, è arrivato il tempo di affrontare una sfida non più rinviabile. Il problema della plastica può diventare devastante per il pianeta col passare degli anni. E servono soluzioni drastiche.

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