Soccorsi bloccati, muore in casa un 67enne

Soccorsi bloccati, muore un 67enne
Soccorsi bloccati, muore un 67enne

NAPOLI “Può scapparci il morto”, ripetevano terrorizzati da mesi gli abitanti del Moiariello, preoccupati per i ritardi ai lavori di manutenzione di un muro crollato anni fa che ha propiziato la chiusura di via Morisani e l’isolamento di decine di famiglie. Interventi che hanno vissuto una tappa fondamentale a dicembre, con la tanto attesa apertura del cantiere, e che – dopo qualche rinvio di troppo – sono cominciati ufficialmente a inizio anno, grazie anche al forte pressing esercitato dai rappresentanti della III Municipalità su palazzo San Giacomo. Purtroppo, i lavori non hanno impedito ciò che i residenti temevano da tempo.

Un uomo di 67 anni è morto mentre attendeva di essere soccorso dagli operatori sanitari del 118. La corsa dell’ambulanza, giunta sul posto a raccolta dell’sos della famiglia della vittima, Antonio Grisi (nella foto), è stata bruscamente bloccata da una strada murata.  

La tragedia è emersa in seguito al racconto di Carlo Restaino, consigliere della III Municipalità, che si sta interessando del caso insieme alla collega Valeria Vespa. “La famiglia sta valutando l’ipotesi di sporgere denuncia – afferma Restaino – Da mesi i residenti segnalano che la chiusura di via Morisani, inaccessibile da tre anni, rende molte abitazioni irraggiungibili. Anche le ambulanze che arrivano dall’ospedale San Gennaro sono costrette a fermarsi davanti al muro di via Morisani. Ha perso la vita un 67enne colto da malore in casa, l’ambulanza bloccata dal muro ha ritardato l’arrivo dei sanitari che hanno fatto più di quanto toccasse loro. Con l’aiuto dei parenti del paziente e dei residenti, scesi dall’ambulanza, hanno raggiunto a piedi l’uomo colpito da malore che purtroppo non ce l’ha fatta. Temiamo che via Morisani, a Capodimonte, rischi la stessa sorte toccata a Salita Scudillo, mai più riaperta dopo anni e anni di attese e promesse”

La strada, via Morisani, era stata murata per consentire agli operai, appunto, di rimettere a posto il muro. Una strada che è rimasta chiusa per tre anni, isolando un intero quartiere. L’effetto dei continui ritardi si è abbattuto sulla famiglia Grisi. Famiglia che a breve potrebbe passare alle vie legali. “Seguiremo la vicenda in Municipalità, chiedendo un’interrogazione al Comune”, dichiara Restaino.  

La tragedia di Antonio Grisi vanta un drammatico precedente. Lo scorso ottobre delle auto ferme in sosta selvaggia a Salita Pontecorvo impedirono ai soccorritori del 118 di raggiungere una donna colta da malore. L’80enne morì e sul suo decesso si accese un dibattito tra associazioni di categoria e responsabili del servizio di primo soccorso dell’Asl Napoli 1 Centro. E’ evidente che, da allora, non sia cambiato nulla. Tornando al caso di via Morisani, sull’albo pretorio del Comune è regolarmente riportato il documento di chiusura della strada. L’Asl ne era a conoscenza? La sensazione è che ci si ritrovi di fronte all’ennesimo caso di sanità negata da una politica troppo spesso assente.

“Siamo isolati temiamo altre tragedie”

Abbiamo un’impalcatura che restringe la carreggiata. Potrebbe accadere un’altra tragedia”. Così Adriana Sbarra del Comitato spontaneo dei cittadini del Moiariello commenta la situazione del quartiere alla luce della tragedia di Antonio Grisi.

“Anche se risolvono il problema del muro, che si trova nel primo tratto di via Morisani, resta il problema di un casotto privato pericolante – prosegue Adriana – Il Comune dice di non avere i soldi per abbatterlo e quindi resterebbe l’ordinanza di chiusura. Una volta compiuti i lavori al muro, di conseguenza,dovrebbero richiudere la strada. Un’ipotesi che provocherebbe ulteriori problemi”.

Da anni Adriana Sbarra porta avanti una battaglia per la riqualificazione del Moiariello. Un quartiere che torna utile al Comune quando c’è da ospitare set cinematografici. Meno quando c’è da salvaguardare l’incolumità pubblica, oltre che il decoro urbano.

“Chiediamo che il problema del casotto privato sia risolto in tempi brevi – prosegue Adriana – affinché l’ordinanza rientri. In caso contrario, resteremo isolati per ogni necessità. Può essere un’ambulanza, ma anche i mezzi dei carabinieri, dei vigili del fuoco. Se dovesse scoppiare un incendio, cosa succederebbe? Domenica scorsa è andata a fuoco un’automobile. E’ dovuto arrivare un mezzo dei vigili del fuoco di dimensioni modeste. E se dovesse scoppiare un incendio in un appartamento? Crollerebbe l’intero palazzo”.

I problemi di via Morisani vanno visti con il grandangolo. “La nostra zona è dimenticata – aggiunge Adriana – Il quartiere è invaso da rifiuti, anche tossici, abbandonati nella vegetazione. Ci sono ingombranti, copertoni, che spingono costantemente altri incivili a venire a sversare rifiuti. Abbiamo più volte denunciato persone che depositano rifiuti edili e guaine di edifici. Chiediamo di non essere dimenticati, non soltanto oggi che viviamo un’emergenza. Siamo una delle poche zone di Napoli in cui non esiste la raccolta differenziata. Siamo costretti a portare rifiuti in altri quartieri. E spesso le autorità competenti ci fermano e rischiamo denunce e sanzioni. Paghiamo regolarmente, senza ottenere nulla in cambio – conclude Adriana – nemmeno i servizi di base”.  

Adriana Sbarra

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