Soldi per il concorso, arrestate 2 insegnanti

Le due donne di Giugliano avrebbero chiesto denaro ad alcuni candidati per il superamento dell’esame. La denuncia a Pompei

POMPEI – Soldi in cambio di un posto di lavoro. Fino a 40mila euro per superare il ‘concorso’ e ottenere una cattedra da insegnante. E’ la condotta fuorilegge contestata dal gip Raffaele Coppola del tribunale di Napoli Nord a Cristina Morone e Concetta Orabona, di 39 e 57 anni, docenti rispettivamente di grafica ed educazione fisica all’istituto tecnico ‘Marconi’ di Giugliano.

Le due sono state arrestate ieri mattina dagli agenti di polizia del commissariato di Pompei e rinchiuse ai domiciliari. Secondo l’accusa, in un episodio datato 13 gennaio, avrebbero chiesto (la Morone era membro della commissione esaminatrice) a due aspiranti colleghe la somma di 20mila euro come corrispettivo per il superamento della prova del concorso per la selezione del personale docente e la conseguente assegnazione della cattedra. Evento che non si è verificato perché le aspiranti insegnanti si sono rifiutate di assecondare le richieste.

Stessa cifra che la Orabona avrebbe chiesto nel dicembre 2019 a un’altra donna in cambio del superamento della prova di esame per il conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento di sostegno. Anche in quel caso la consegna dei soldi non avvenne. Alla Orabona viene contestato anche un altro episodio. Nel luglio dell’anno scorso avrebbe comunicato, in maniera inequivocabile, a una collega, di darle tra i 30mila e i 40mila euro per il superamento del concorso per la selezione del personale docente nella scuola secondaria di primo e secondo grado, per gli ambiti di laboratori di tecnologie e tecnica della comunicazione multimediale.

Le indagini sono iniziate il 19 gennaio quando il presidente e un membro della commissione giudicatrice del concorso per docenti nella secondaria primo e secondo grado hanno sporto denuncia presso gli uffici del commissariato di Pompei. Cristina Morone e Tina Orabona sono state incastrate anche dalle persone che avevano avvicinato e che volevano indurre al pagamento delle mazzette. Ne hanno infatti registrato le richieste durante gli incontri organizzati per farle cadere in trappola.

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