Droga a Napoli, l’ira del clan Di Lauro sui pusher indipendenti

Chi si mette in proprio rischia pestaggi e ferimenti a colpi di arma da fuoco

NAPOLI – Chi pensava che dopo gli arresti di Paolo Di Lauro e dei figli Cosimo e Marco, quest’ultimo catturato due anni fa dopo 14 anni di latitanza, il clan creato da “Ciruzzo o’ Milionario” potesse avvicinarsi al baratro, si è sbagliato. Infatti dalle informazioni emerse durante le indagini degli agenti di polizia, sembrerebbe che la cosca tenga sotto scacco Secondigliano e Scampia come negli anni precedenti alla faida e agli arresti eccellenti. Pare che i Di Lauro siano tornati in possesso di tutte le piazze di spaccio aperte nell’area considerata da sempre il mercato più fiorente presente sul panorama europeo. Una riconquista portata a termine, da parte degli uomini del clan Di Lauro, con la forza. Infatti, negli anni caratterizzati dalla mattanza e dalle catture degli elementi di spicco, tra le Vele c’è stato il proliferare di pusher autonomi. La loro merce viene venduta principalmente a domicilio. Si tratta di un mercato parallelo, che gli uomini dei Di Lauro non tollerano. Negli ultimi mesi a Scampia e a Secondigliano gira voce che chi si è messo in proprio o chi è intenzionato a farlo, si scontrerà con la furia della cosca.

In quest’ottica vanno intesi i pestaggi e i ferimenti a colpi di arma da fuoco che si sono verificati a Secondigliano e a Scampia negli ultimi mesi. A confermare l’esistenza di pusher autonomi anche i vari sequestri portati a termine dai poliziotti al termine dei controlli nelle abitazioni dei sospettati. Delle operazioni delle forze dell’ordine gli uomini del clan Di Lauro sono venuti a conoscenza anche attraverso i media, consultati anche per tenere il conto degli stupefacenti sequestrati e di conseguenza tolti dal mercato dai poliziotti, dai carabinieri e dagli uomini della Guardia di finanza. Se i calcoli non tornano, la furia della cosca torna a colpire. Anche gli spacciatori al soldo del clan hanno subito diverse punizioni negli ultimi mesi. La metodologia scelta dagli uomini del clan di Lauro prevede per lo più pestaggi, perché danno meno nell’occhio. Ma a chi è stata attribuita una lezione esemplare, rischia di farsi bucare dalle pallottole.

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