Spread, solo fiammata dopo l’affondo dell’Ue. In Borsa soffrono le banche

Secondo Boccia, "il debito pubblico è una questione tutta italiana e lo scontro con l'Europa non è nell'interesse nazionale per cui dobbiamo compiere tutti gli sforzi possibili per evitarlo"

MILANO – Bruxelles lancia benzina sul fuoco dello spread, ma è solo una fiammata prima che il differenziale si raffreddi. Dopo l’affondo della Commissione europea, che ha raccomandato al Consiglio europeo di avviare una procedura di infrazione contro Roma per debito eccessivo, lo spread tra Btp e Bund tedesco si impenna sopra 280 punti base, a 282 punti, con le banche che accelerano al ribasso in Borsa.

Lo spread chiude la seduta in calo

Anche il decennale italiano tocca il 2,6% di rendimento. Il differenziale, in attesa delle pagelle Ue, aveva invece aperto a 274 punti base, con il decennale di via XX Settembre al 2,52% sul mercato secondario. Alla fine lo spread termina la seduta addirittura in calo, a 270 punti, con il decennale scambiato al 2,47%.

La linea di Bruxelles

L’Italia, rimarca Bruxelles, non ha “rispettato la regola del debito nel 2018, nel 2019, e non lo farà neanche nel 2020”, motivo per cui la “procedura per debito eccessivo è giustificata”. All’uscita della notizia anche Piazza Affari viene trascinata in rosso di quasi un punto percentuale dalle banche italiane. Tra queste, si segnalano i ribassi di Unicredit, del 3,4%, a fatica aggrappata alla soglia dei 10 euro. L’altra big, Intesa Sanpaolo, dopo Bruxelles tiene meglio e chiude in caduta dello 0,87%, dopo un momentaneo scivolone a oltre -2%, con Ubi Banca che cede l’1,2% e Banco Bpm che lascia circa il 2,2% ciascuna. In chiusura, alcuni istituti di credito conterranno le perdite. Il Ftse Mib, il listino principale di Piazza Affari, contiene la perdite allo 0,36%.

Il consiglio del numero uno di Confindustria

La fiammata di carattere solo temporaneo potrebbe dipendere dal fatto che i mercati avevano già scontato la richiesta di una procedura di infrazione, caricandola nei giorni scorsi sul prezzo del Btp. Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, sottolinea che la decisione della Commmissione Ue “non è inattesa” e “bisogna prendere atto che alcune misure intraprese hanno impattato negativamente sui conti e le prospettive del Paese”. Secondo Boccia, “il debito pubblico è una questione tutta italiana e lo scontro con l’Europa non è nell’interesse nazionale per cui dobbiamo compiere tutti gli sforzi possibili per evitarlo”.

(AWE/LaPresse/di Lorenzo Allegrini)

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