Stadio Roma, nel carcere di Regina Coeli l’interrogatorio a De Vito

Marcello De Vito (Foto Fabrizio Corradetti/LaPresse)

ROMA – Si terrà stamani, nel carcere Romano di Regina Coeli, l’interrogatorio di garanzia a Marcello De Vito. L’ormai ex presidente dell’Assemblea capitolina arrestato ieri per corruzione nell’ambito di una tranche dell’inchiesta sul nuovo Stadio della Roma. È in carcere anche Camillo Mezzacapo, con il quale, secondo la gip Maria Paola Tomaselli, De Vito aveva costruito un “sodalizio” teso a ottenere denaro in cambio di aiuti e favori a imprenditori.

Nell’ambito dell’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dalle pm Barbara Zuin e Luigia Spinelli, sono finiti ai domiciliari Fortunato Pititto, architetto collaboratore del gruppo immobiliare Statuto, e l’imprenditore Gianluca Bardelli, mentre sono indagati Pierluigi e Claudio Toti. Responsabili dell’omonima holding, i costruttori Luca Parnasi e Giuseppe Statuto e alcuni prestanome.

Oggi verrà ascoltato l’ex presidente dell’Assemblea capitolina

Tre quindi i gruppi immobiliari coinvolti. Quello di Parnasi, per lo stadio e un progetto legato alla ex Fiera di Roma. Quello di Pierluigi e Carlo Toti, che avrebbero pagato per ottenere l’ok alla riqualificazione degli ex mercati generali all’Ostiense. E quello di Giuseppe Statuto per un piano legato alla ex stazione di Trastevere. A De Vito e Mezzacapo sarebbero arrivati versamenti per 230mila euro e 160 mila ne sarebbero stati promessi.

Le cifre emergono dalle intercettazioni e dall’analisi dei flussi finanziari sulle società attraverso le quali Mezzocapo riceveva ‘consulenze tangenti’ commissionate a prestanome. Prima di girarle sul conto della Mdl srl che, secondo chi indaga, era una sorta di ‘cassaforte’ nata per custodire i profitti raccolti illecitamente da De Vito. Anche se a lui non direttamente riconducibile. Il presidente dell’Assemblea capitolina e l’amico fedele avrebbero ricevuto, in cambio di aiuti e favori, 95mila euro in tre tranche da Parnasi, 110mila euro da i Toti e 24mila euro da Statuto, che altri 160mila ne prometteva.

“Marce’… dobbiamo sfruttarla sta cosa… ci rimangono due anni”, diceva Mezzacapo, il 4 febbraio scorso, al numero due dell’amministrazione capitolina. Gli amici di una vita parlavano dell’attuale momento politico con il M5S al governo di Roma e dell’Italia. E di quanto fosse importante giocarsi tutte le carte per far fortuna in “una congiunzione astrale… tipo l’allineamento della cometa di Halley”. “Entrambi – scrive la gip nell’ordinanza- appaiono consapevoli che in una logica di mercato, che è l’unica che essi comprendono e quella che dirige le loro condotte, la posizione di potere del pubblico ufficiale ha assunto in ragione della congiuntura favorevole un consistente valore. Che ne richiede un’adeguata gestione in un’ottica di gestione del profitto”.

(LaPresse)

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