Strage del Mottarone, le testimonianze: “Giri di prova senza freni coi turisti”

Foto Ufficio stampa Soccorso Alpino/LaPresse 23 maggio 2021 Stresa - Piemonte, Italia cronaca Precipita la funivia Stresa-Mottarone. Vigili del fuoco e soccorso alpino sul posto. Il cedimento della fune a 300 metri dall'arrivo in montagna. La cabina è precipitata in una zona impervia e boscosaDISTRIBUTION FREE OF CHARGE - NOT FOR SALE

TORINO – Strage del Mottarone, ascoltati nove dipendenti della società. Diverse le dichiarazioni che hanno dato alla procura di Verbania la loro versione dei fatti, delle mansioni ricoperte e su quanto sapessero in merito all’utilizzo dei forchettoni applicati all’impianto frenante. Nei loro racconti si evincono molte discordanze anche in base al loro tipo di operato all’interno dell’impianto. C’è chi ha dichiarato che seppur conoscendo l’impiego dei forchettoni obbediva pur di salvaguardare il proprio posto di lavoro: “Senta, lo sapevamo tutti che non era normale viaggiare con i forchettoni montati, ma io temevo di perdere il lavoro se avessi detto no”.

Le prove
Il tutto servirà agli inquirenti per capire le dinamiche e accertare le responsabilità. Ma sia per quanto visto dalle immagini amatoriale di un turista, sia per quanto dichiarato dai dipendenti, l’ipotesi più probabile pare essere quella dell’impiego prolungato dei forchettoni che avrebbero scaricato una maggiore ed eccessiva tensione sul cavo d’acciaio e, quindi, la rottura all’altezza dell’attacco del carrello. Ma un ex dipendente avrebbe dichiarato in una intervista che “i forchettoni erano appoggiati sul tetto della cabina, non inseriti”.

Le testimonianze
Nel giorno del disastro, Pietro Tarizzo aveva controllato la resistenza delle funi con il giro di prova a cui però avevano preso parte anche i turisti: “Quella mattina, per la corsa di prova – ha detto –  non sono salito da solo ma con altre 12 persone, oltre al mio collega Zurigo. Questa è stata la corsa di prova quella mattina. Nerini, il gestore della funivia ci ha detto: il gruppo sale con voi”. Poi ha dichiarato che di solito il giro di prova viene fatto senza turisti anche se “alle volte capita”. Patrizia Giannini, capostazione ha dichiarato: “Non sono a conoscenza della funzione del forchettone. So solo che venivano messi a fine giornata, a impianto fermo e cabina vuota”, mentre la macchinista Stefania Bazzaro non nasconde che “era Tadini a ordinare l’applicazione dei ceppi sui freni d’emergenza anche durante il regolare funzionamento dell’impianto. Quando gli ho chiesto se dovessi toglierli lui mi ha risposto di lasciarli dov’erano che c’era un problema ai freni”. Ceppi e passeggeri alle volte viaggiavano insieme, secondo la dichiarazione del vetturino Ahmed El Khattabi: “Per quanto ne so io succedeva quando l’addetto si dimenticava di toglierli. Ma è severamente vietato farle viaggiare così”. Fabrizio Coppi, agente di stazione non nasconde la sua ignoranza in merito: “Io li ho messi e tolti diverse volte. Ricordo di aver chiesto chiarimenti a Tadini, quando mi ordinò di non levarli. Disse: prima che si rompa una traente o una testa fusa ce ne vuole». C’è però una frase, pronunciata da Nerini, che mi è rimasta impressa:  all’inizio mi disse, stai tranquillo che tanto non succede niente. Il mese dopo fui costretto a calare 38 persone da una cabina bloccata”. Toccante la testimonianza del vetturino, Massimo Ogadri: “Dal Mottarone ho visto del fumo salire in cielo dopo il pilone. Sono andato da solo sul posto, ho visto la vettura schiantata contro gli alberi. Mentre mi avvicinavo ho trovato il primo cadavere, a una trentina di metri dal pilone a terra, dove c’erano i segni del primo impatto con il suolo. Sono entrato nella cabina, ho trovato un uomo che respirava ancora, ci ho parlato per qualche attimo. Poi è morto davanti a me”. Sconcertante il racconto di Fabrizio Coppi sulla totale assenza di corsi sulla sicurezza prima dell’impiego. “Ho imparato sul campo, dal personale più esperto, Feci solo un affiancamento con Tadini per una settimana” mentre il figlio del gestore, Federico Nerini, 22 anni, agente di stazione qualcosa lo aveva appreso: “Ho effettuato un corso sulla sicurezza e antincendio qualche mese dopo la mia assunzione e un apprendistato in Dad di un mese. In conclusione la macchinista Bazzaro, spiega che “normalmente per svolgere le mie mansioni si viene affiancati a un operatore per un periodo e dopo si effettuano delle prove tecniche. Lei, invece, ha effettuato queste prove quasi subito”.

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