Sud Sudan, Unicef: 128 bambini liberati dai gruppi armati, ne restano 19mila

Il bilancio positivo dell'associazione umanitaria a difesa dei minori

African migrants sit next to Holot open detention centre before marching in protest towards the Saharonim Prison where at least nine African migrants have been incarcerated as part of Israel's new policy of prison or deportation for migrants, in Israel's southern Negev desert near the Egyptian border on February 22, 2018. The migrants marched from the Holot open detention centre to the Saharonim Prison, chanting slogans and carrying signs demanding the prisoners' release, who are now on hunger strike to protest their arrest after they refused to leave Israel. Israel is preparing to deport thousands of Eritreans and Sudanese who entered the country illegally and who do not have asylum claims under examination. / AFP PHOTO / MENAHEM KAHANA

MILANO (LaPresse) – Centoventotto bambini sono stati rilasciati da due gruppi armati in Sud Sudan, portando quest’anno il numero totale di minorenni liberati a oltre 900. Una nuova cerimonia di rilascio, la quarta nel 2018, si è nuovamente svolta nella città di Yambio, nel sud del Paese, mentre ulteriori rilasci sono previsti nei prossimi mesi.

L’operato dell’Unicef nel Sud Sudan

“I progressi compiuti quest’anno ci danno motivo di sperare che un giorno tutti i 19mila bambini ancora nelle file dei gruppi armati e delle forze armate potranno tornare alle loro famiglie”. Lo ha dichiarato Mahimbo Mdoe, rappresentante Unicef in Sud Sudan. “Fino al raggiungimento di questo obiettivo, il lavoro per porre fine all’utilizzo e al reclutamento dei bambini deve continuare”, ha aggiunto.

Sono 128 i bambini liberati

La maggior parte dei 128 bambini lasciati, di cui 90 maschi e 38 femmine, proviene dal South Sudan National Liberation Movement (SSNLM), che nel 2016 ha firmato un accordo di pace con il governo e sta ora integrando i suoi ranghi nell’esercito nazionale, mentre un piccolo numero è stato rilasciato dal Sudan People’s Liberation Army-In Opposition (SPLA-IO). Durante la cerimonia, i bambini sono stati formalmente disarmati e rivestiti con abiti civili. Ora verranno effettuati screening medici e i bambini riceveranno sostegno psicosociale nell’ambito del programma di reinserimento, attuato dall’Unicef e dai suoi partner.

Assistenza e formazione professionale

Quando i bambini rientreranno a casa, le loro famiglie riceveranno dal WFP assistenza alimentare per tre mesi per sostenerne il reinserimento iniziale. I bambini riceveranno inoltre una formazione professionale volta a migliorare il reddito familiare e la sicurezza alimentare. Non essere in grado di sostenersi economicamente può essere un fattore chiave per associare i bambini ai gruppi armati. Oltre agli aiuti di sussistenza, l’Unicef e i suoi partner garantiranno ai bambini rilasciati l’accesso al sostegno psicosociale. E servizi educativi specifici per età nelle scuole e a centri di apprendimento accelerato.

I frutti di uno sforzo congiunto

“I rilasci sono frutto degli sforzi congiunti di Unicef, UNMISS e partner governativi. I negoziati con le parti in conflitto richiedono notevole energia e impegno da parte di tutti i soggetti coinvolti“. Lo ha dichiarato il rappresentante Unicef in Sud Sudan. “Sono molto grato ai nostri partner e alle nostre controparti del governo per i loro sforzi a favore dei bambini del Sud Sudan”, ha proseguito. L’Unicef Sud Sudan richiede 45 milioni di dollari per sostenere il rilascio, la smobilitazione e il reintegro di 19mila bambini nei prossimi tre anni.

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