Tav, Siri apre al M5S: “I bandi partano con la clausola di dissolvenza”

Il viceministro dei trasporti tenta un'intesa con il Movimento sul tema delle grandi opere

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse in foto Armando Siri

ROMA – Sulla Tav si arriverà alla crisi di Governo? “Mi auguro vivamente di no, ci possono essere dei termini per trovare un’intesa. Nei bandi fatti da TELT si può inserire una clausola di dissolvenza nel caso in cui non ci fosse una condivisione sull’opera tra Italia, Francia e Ue, per renderli poi inattuabili”. E’ la proposta che fa il viceministro dei trasporti Armando Siri intervenendo su Radio Capital.

Tav, Siri cerca l’intesa con il Movimento

L’intesa, precisa, “presuppone il fatto che bisogna comunque non interrompere in questa fase l’emanazione dei bandi. Anche perché non si capisce come si potrebbero interrompere. Il tema è che se dici di no, perdi tutto: i 300 milioni adesso, poi altri 600 e devi restituirne 500 già spesi, mi sembrerebbe folle. Invece andando avanti si può ricontrattare l’opera integralmente come prevede la mozione di maggioranza”.

L’obiettivo è risolvere le criticità di carattere economico

“Il tema che ci hanno posto gli alleati di governo, continua, “è di carattere economico e non ideologico, sennò non si capirebbe l’analisi costi-benefici che ci ha fatto attendere 4-5 mesi. Noi vogliamo risolvere le criticità di carattere economico. Se l’Europa mette più soldi, se il progetto diventa più conveniente dovrebbero essere d’accordo anche loro a proseguire l’opera”.

Un risparmio di 2 miliardi

Il risparmio viene quantificato dal viceministro leghista in “circa due miliardi di euro che possono essere liberati per altre opere, tra risparmi e maggiori oneri a carico dell’Europa. Questo è lo schema che presuppone la possibilità di poter trattare a livello europeo. Parliamo di mezzo miliardo di fondi europei che arriverebbero e un miliardo e mezzo di risparmi della tratta italiana. Dobbiamo non perdere i fondi europei e trovarne altri, tra risparmi e maggiori oneri a carico dell’Europa”.

Un corridoio internazionale che agevolerà l’Italia

“Nella tratta internazionale dal nostro punto di vista c’è un sovrafinanziamento italiano rispetto a quello francese ed europeo: se l’Europa ritiene che il corridoio sia strategico, è necessario che riequilibri alcune partite. Ma da questo punto di vista i segnali che arrivano dalla Francia e da Bruxelles sono positivi. Adesso noi paghiamo il 35%, la Francia il 25% e l’Europa il 40%, c’è disponibilità probabilmente a livello europeo di arrivare al 50 e di riportare la quota italiana e francese allo stesso livello”.

La Torino-Lione rischia di minare l’intesa di governo

“Secondo me è cosa buona e giusta fare il vertice bilaterale e aggiornare il progetto al 2020, ma non ti puoi sedere chiedendo più soldi dicendo tanto l’opera non la facciamo, perché nessuno te li dà”, conclude Siri. “A me sembrerebbe assurdo e senza senso far cadere il governo che funziona per tenere una ferrovia del 1871 nel 2020. Mi auguro che ci sia il buonsenso di capire che tutti devono fare un passo nella direzione di una sintesi”.

(LaPresse)

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