Terremoto, pochi danni in Molise dopo la paura. Ma lo sciame è ancora attivo

Attivato un monitoraggio per accertare eventuali criticità alle scuole

Terremoto in Molise
Foto LaPresse - La Statale Bifernina

ROMA (LaPresse) – Dopo una notte di paura, il Molise fa la conta dei danni provocati dal terremoto. Pochi, per fortuna. Qualche abitazione evacuata in via precauzionale, qualche vecchio muro crollato, alcune strade chiuse dall’Anas. I timori, ora, sono per il viadotto Liscione, che corre per più di 3 chilometri sull’invaso artificiale di Guardalfiera, in provincia di Campobasso.

Monitoraggio agli istituti scolastici

Il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, ha chiesto all’ufficio scolastico regionale di attivare un monitoraggio per accertare eventuali danni alle scuole o altre criticità connesse all’avvio del nuovo anno scolastico: “Il Miur è pronto a dare tutto il supporto necessario”, assicura.

La serie infinita di scosse in Molise

La popolazione dei paesi interessati ha dormito fuori casa, sotto scosse continue, una trentina dopo l’evento principale, di magnitudo 5.1, avvenuto a 4 chilometri da Montecilfone (Campobasso) il 16 agosto alle 20.19. La più forte delle repliche, alle 22.22 è stata di magnitudo 4.1. La mattina del 17 agosto la terra ha tremato anche nelle Marche. Una scossa di magnitudo 2.6 è stata registrata alle 6.12 con epicentro a 9 chilometri da Ancona. Lo sciame sismico resta attivo e gli esperti si aspettano altri eventi nelle prossime ore.

Paura tra gli abitanti

C’è stata “tanta paura”, racconta al Sir mons. Gianfranco De Luca, vescovo della diocesi di Termoli-Larino. “La scossa ci ha riportato indietro nel tempo a quel 31 ottobre del 2002 quando un terremoto simile colpì il Molise, con epicentro nei pressi di San Giuliano di Puglia”, dove crollò una scuola uccidendo 27 bambini e una maestra.

“La paura di ieri ha riaperto ferite mai rimarginate – afferma -. Il Molise ancora una volta si trova a vivere l’esperienza legata al terremoto”. Dopo 16 anni la ricostruzione non è ancora completa: “I ritardi sono evidenti. Ci sono ancora 200 milioni da impiegare per le abitazioni di Fascia A”. Circa i beni ecclesiastici, “le autorità comunali ci hanno chiesto di tenere chiuse due chiese: una a San Felice del Molise e l’altra a Montecilfone”.

La zona è poco conosciuta dall’Ingv dal punto di vista sismico, per, spiegano, “una limitata documentazione della sismicità storica”. La faglia che sta provocando i terremoti di queste ore si trova a 10-15 chilometri più a Nord di quella che ha provocato i terremoti del 2002 di San Giuliano di Puglia, pur avendo caratteristiche simili (sono entrambe faglie trascorrenti).

di Maria Elena Ribezzo

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome