Tim, sindacati: Cigs ulteriore forzatura unilaterale, serve confronto

Milano, 17 mag. (LaPresse) –

L’avvio da parte di Tim della procedura di Cigs per riorganizzazione per 29.736 lavoratori è “l’ulteriore atto di forzatura unilaterale messo in atto dall’azienda”.

Lo scrivono in una nota Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom, parlando di “una scelta sbagliata che, oltre a non aiutare a risolvere gli indubbi problemi che vi sono, alimenta un clima di lacerazione con i lavoratori, l’esatto opposto di quello che sarebbe utile per superare le difficoltà indotte da uno scenario difficile e complesso quale è quello in cui si trova a doversi misurare Tim”.

Le tre sigle sindacali, quindi, “respingono in maniera netta questa scelta da parte di Tim”,

segnalando che “occorre ora riaprire un confronto che affronti e risolva positivamente tutto l’insieme delle questioni presenti e riconsegni un clima di ordinarietà delle relazioni sindacali tale da superare il metodo degli atti unilaterali che ha negativamente caratterizzato quest’ultimo periodo”.

Lo scenario di trasformazione digitale “impone un necessario cambiamento di Tim”, si legge nella nota dei sindacati, peri quali “in questo senso il progetto DIGiTIM è una necessità sulla quale però gravano drammaticamente i colpevoli ritardi e gli errori commessi negli ultimi anni (cambio tre a.d.) durante i quali sono stati ripetutamente anteposti gli interessi a breve termine degli azionisti a scapito della capacità di innovazione compromettendo in tal modo il futuro industriale dell’azienda”.

“Il futuro di Tim riguarda tutto il paese, deve coinvolgere le istituzioni e la politica nel suo complesso e non può essere fondato su modalità unilaterali che non risolvono i problemi ed alimentano lacerazioni e conflitto e su strategie che antepongono alla prospettiva industriale dell’azienda l’utilizzo improprio di strumenti per esclusive finalità di risparmio nel brevissimo periodo”, concludono le tre sigle.

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