Tito Boeri difende l’operato dell’Inps e attacca Salvini e Di Maio

Secondo il numero 1 dell'istituto, infatti, il Ministero del Lavoro era consapevole del calo di occupati generato dal decreto

Foto LaPresse - Vince Paolo Gerace
di Alessandro Banfo

ROMA (AWE/LaPresse) – Le attese per la sua audizione alla Camera sul decreto dignità erano altissime e le previsioni (ironia della sorte) non sono state certo disattese. Dopo quasi una settimana di polverone sulle stime per il calo di occupati, il presidente dell’Inps Tito Boeri ha difeso l’operato dell’istituto e attaccato senza mezzi termini e Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Insomma in sala Mappamondo è quasi stato lui a fare ‘ciao ciao con la manina’ ai due vicepremier.

Dal canto suo il numero 1 dell’Istituto di previdenza è partito fortissimo e ha spiegato con chiarezza di aver condotto “stime su dati quasi interamente forniti dal Ministero del Lavoro”

Poi c’è stata la ricostruzione minuziosa con una decina di mail tra l’Inps e lo stesso dicastero guidato da Luigi Di Maio. Il risultato? Il 2 luglio il ministero del Lavoro ha inviato la richiesta di stima della platea di lavoratori coinvolti. In pratica dalla medesima istanza si evince come lo stesso governo avesse “già messo in conto una riduzione dell’occupazione a tempo determinato per effetto del Decreto”. Boeri si è spinto a dire che le stime dei -8mila “possono apparire addirittura ottimistiche. Se si tiene conto che ai lavori in somministrazione vengono estese tutte le restrizioni stabilite dal decreto per i contratti a tempo determinato”. E che vi sono ampie ragioni teoriche ed empiriche “per ritenere che il provvedimento possa avere, almeno inizialmente, un impatto negativo sull’occupazione”.

Di carne al fuoco ce n’è stata molta, ma l’economista milanese ha ancora qualche sassolino da togliersi dalle scarpe

A essere sinceri, non si è detto contrario allo “spirito del provvedimento”, ma bisogna fare i conti la realtà. Qui l’offensiva ha il volto di Di Maio. Perché secondo Boeri “affermare che le relazioni tecniche esprimono un giudizio politico significa perciò perdere sempre più contatto con la crosta terrestre. Mettersi in orbite lontane dal nostro pianeta”. Sulle possibili dimissioni nessun fortino a prescindere, ma ci sono dei paletti ben conficcati nel terreno.

“Non posso neanche prendere in considerazione le richieste di dimissioni on line e le minacce da parte di chi dovrebbe presiedere alla mia sicurezza personale”, ha spiegato rivolgendosi direttamente a Salvini. La replica del leader del Carroccio è stata fulminea: “Mai minacciato Boeri. Il presidente super-attaccato alla poltrona dimostra ancora una volta grande fantasia. Come quando chiede più immigrati per pagare le pensioni, o quando difende la legge Fornero. Se vuole fare politica con la sinistra che l’ha nominato si candidi, altrimenti lavori per migliorare la qualità dei servizi offerti dall’Inps ai cittadini”.

E mentre prosegue ancora l’eco del caso manina, si allungano i tempi per la presentazione in aula del decreto dignità. Il testo approderà alla Camera il 26 luglio con la discussione generale, con i primi voti previsti a partire dal 27 luglio con prosecuzione sabato e domenica fino a conclusione. Tabelle della discordia permettendo, ovviamente.

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