Torino, i tre anarchici prepararono pacchi bomba a Genova

Il triplice attentato esplosivo si inquadrava, per tempi e modalità di esecuzione, nell'ambito della campagna d'azione lanciata dal documento istigatorio

Il carcere di Poggioreale

MILANO (LaPresse) – Torino, i tre anarchici prepararono pacchi bomba a Genova. Il triplice attentato esplosivo si inquadrava, per tempi e modalità di esecuzione, nell’ambito della campagna d’azione lanciata dal documento istigatorio. “Per un giugno pericoloso”, elaborato a Roma nell’aprile 2017 con lo scopo di sviluppare una nuova prospettiva della lotta anarchica più violenta contro la repressione. Nella medesima campagna di giugno erano stati compiuti numerosi attentati in Italia e all’estero. Tale campagna esplosiva rappresentava l’avvicinamento di esponenti della corrente sociale al metodo esplosivo della FAI, secondo i dettami dell’ideologo detenuto della FAI Alfredo Cospito, che da tempo aveva aperto nei suoi proclami anche all’azione anonima.

Proprio la commistione di azioni e di obiettivi era i tratto distintivo dell’intreccio delle lotte sotto il comune denominatore della violenza antisistema. Proprio per questo sono emblematici gli obiettivi colpiti. Roberto Sparagna, infatti, ha rappresentato la pubblica accusa nel processo ‘Scripta Manent’. Contro esponenti della FAI/FRI, che si è concluso con una serie di pesanti condanne, di Antonio Rinuaudo. Pm torinese che ha storicamente condotto processi contro gli anarchici. Natascia Savio nel 2016 era stata destinataria di un provvedimento di obbligo di dimora proprio nell’ambito di un’indagine del pm Rinaudo.

Per quanto riguarda Santi Consolo e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, erano considerati simboli della repressione carceraria. E responsabili delle vicissitudini carcerarie di Maurizio Alfieri, criminale comune politicizzatosi in carcere, che era stato traferito dal carcere di Milano Opera a quello di Napoli Poggioreale. Le indagini, poi, hanno accertato come proprio Robert Firozpoor fosse tra i promotori della campagna contro il Dap. E a sostegno di Alfieri, con cui aveva numerosi contatti epistolari e ideologici e a cui forniva anche sostegno economico.

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