MILANO – La domenica della ripartenza è stata funestata, in Piemonte, da un tragico incidente costato la vita a 14 persone. Una cabina della funivia del Mottarone, nel Verbano, si è staccata quando era a circa 20 metri dal suolo, e si è schiantata vicino a un bosco, rotolando per diversi metri.
Nell’impatto sono morte sul colpo 13 persone, tra le quali un bambino, mentre si sono salvati due bambini, che sono stati trasportati con l’elisoccorso all’ospedale pediatrico Regina Margherita di Torino. Il più grande, di circa 9 anni, non ce l’ha fatta ed è morto dopo alcune ore. Il più piccolo, di circa 5 anni, è stato sottoposto a un lungo intervento per ridurre le fratture agli arti e ha anche diversi altri traumi.
“La funivia aveva quasi terminato la sua corsa, mancavano pochi metri all’arrivo”, ha detto la procuratrice di Verbania, Olimpia Bossi. “Adesso abbiamo sottoposto a sequestro tutta l’area, compreso l’impianto e le stazioni di arrivo e partenza. Dovremo incaricare dei tecnici che accertino quali sono state le cause”. “Procediamo per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose”, ha concluso.
L’incidente potrebbe essere stato provocato dal cedimento di un cavo di acciaio di quelli che sostengono le cabine. Anche il ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, che domani si recherà sul posto con il capo del Dipartimento della protezione civile Fabrizio Curcio per “acquisire informazioni sulla tragedia” ha fatto sapere che “il ministero aprirà immediatamente una commissione per capire cosa sia accaduto e per fare verifiche sui controlli svolti nel passato sull’impianto”.
In serata la commissione è stata istituita al ministero. Perché le domande sulla dinamica dell’incidente sono ancora tante. A partire dal perché non si sapesse con esattezza da subito quante persone ci fossero sulla funivia, considerando che con la normativa anti Covid la capienza va sempre verificata.
Il presidente del Piemonte, Alberto Cirio, è subito andato a Stresa e ha detto di aver “immediatamente predisposto tutte le verifiche del caso. Domani saremo con il ministro direttamente sul posto, ma io già ho voluto recarmi adesso, nell’immediatezza, perché bisogna capire. La sicurezza non può essere mai trascurata, non solo quella sanitaria”.
“Quattro anni fa ha avuto degli importanti interventi di restauro. Sono state sostituite le funi traenti e portanti quindi non si capisce”, ha detto la sindaca di Stresa Marcella Severino, quasi in lacrime. “Nei prossimi giorni si penserà ai motivi di quel che è successo. Oggi piangiamo queste vittime”. Sull’incidente ha aggiunto: “La fune traente è strappata. Ci sono due escursionisti che stamattina hanno sentito un fischio e hanno visto la cabina che stava arrivando in vetta retrocedere velocemente”.
Terribile la scena che si è presentata davanti agli occhi dei soccorritori, che hanno anche avuto difficoltà a raggiungere il luogo dello schianto, in un punto impervio della montagna, sul limitare di un fitto bosco. La cabina, bianca e rossa, era accartocciata e adagiata contro i primi tronchi. Oltre ai corpi estratti dalle lamiere, altri sono stati trovati un po’ più distanti, perché la cabina è rotolata per alcuni metri e le vittime sono state sbalzate fuori.
Si è conclusa così in tragedia una giornata nella natura, in luoghi bellissimi e su una funivia che permette a chi la utilizza di godere del meraviglioso panorama del lago Maggiore, da Stresa fino ad arrivare in cima, a quota 1.491 metri, per un tragitto di circa 20 minuti in due tappe.
La funivia era stata completamente revisionata tra il 2014 e il 2016, periodo in cui era stata chiusa. Come negli ultimi mesi di stop a causa del Covid: era rientrata in funzione lo scorso 24 aprile. Nel novembre scorso l’ultima revisione non aveva fatto rilevare “alcuna criticità”, come ha comunicato la Leitner di Vipiteno, azienda che si occupa della manutenzione di questo tipo di impianti.