Travolto dal camion dei rifiuti, morto 66enne operaio dell’Asia

Giuseppe Cristiano

NAPOLI – Travolto dal camion guidato da un collega durante le operazioni di pulizia. Così è morto Giuseppe Cristiano, 66 anni, dipendente Asia, ieri notte. Erano le 4,35 quando l’operatore è stato investito da un mezzo all’interno del deposito di piazzale Ferraris durante la manovra di uscita. L’impatto con la parte frontale del camion. L’operatore investito è stato subito soccorso sul posto dai colleghi, che hanno chiamato l’ambulanza che lo ha portato all’Ospedale del Mare, dove è stato operato, ma è deceduto. Sulla tragedia ci sono indagini serrate in corso da parte della polizia di Stato.

Il commento di Ruggiero

“Siamo profondamente tristi – spiega l’amministratore di Asia Domenico Ruggiero – e siamo vicini alla famiglia del nostro operatore per questa tragedia. Tutta l’azienda Asia vive oggi una giornata di profonda tristezza per quanto accaduto”. Il piazzale di Asia è ben illuminato, evidenziano dall’Asia, ma c’è stato l’incidente dall’addetto che guidava il camion. Il sistema di videosorveglianza lo ha ripreso e le immagini saranno messe a disposizione delle autorità. L’assessore del Comune di Napoli alla Salute e al Verde, con delega a igiene urbana, Vincenzo Santagada esprime il cordoglio dell’amministrazione comunale: “Siamo commossi – afferma – e vicini alla famiglia di Giuseppe Cristiano. E’ una giornata triste nel Comune di Napoli, per i cittadini e per l’azienda Asia. La polizia ora verificherà esattamente perché è avvenuta questa tragedia. Noi per il futuro se sarà necessario aumenteremo ancora di più il livello di sicurezza già esistente negli impianti”. Il dramma, l’ennesima morte bianca, ha suscitato la reazione veemente del mondo sindacale.

Il sindacato

“E’ l’ennesimo omicidio sul lavoro in cui non pagherà nessun dirigente e nessun responsabile aziendale – afferma Marco Sansone dell’esecutivo confederale regionale Usb Campania – In attesa di conoscere gli sviluppi dell’indagine, vogliamo sottolineare le decine di segnalazioni e di denunce che i nostri responsabili della sicurezza hanno perpetrato negli ultimi anni per chiedere l’eliminazione di turni massacranti di notte fino a 15 giorni consecutivi, nonché l’uso di camion aziendali non sempre predisposti di telecamere posteriori in caso di retromarcia, come da normative vigenti sulla sicurezza – continua Sansone – In Asia, così come in altre Partecipate del Comune di Napoli, i lavoratori che si rifiutano di lavorare per mancanza di sicurezza spesso vengono perseguitati, discriminati ed il volte minacciati nel silenzio complice di organizzazioni sindacali più rappresentative che, invece di fare il proprio dovere, preferiscono tutelare gli interessi delle aziende in nome di una produttività che continua ad uccidere persone. Noi chiediamo, così come avviene per i lavoratori che potenzialmente si macchiano di reati disciplinari, che i dirigenti di Asia Napoli, a partire dal responsabile della sicurezza aziendale, vengano sospesi in modo cautelativo in attesa che la magistratura faccia luce su quest’ennesimo omicidio sul lavoro. L’introduzione del reato sull’omicidio sul lavoro, per cui Usb sta raccogliendo firme per presentare un disegno di legge popolare, non è più procrastinabile, anzi, dopo la prevenzione e l’applicazione delle normative vigenti, resta l’unica soluzione per provare a fermare una strage che in Italia uccide più di mille lavoratori l’anno e in cui non paga mai nessuno”, conclude Sansone.

Il commento di Vallini

Dello stesso avviso Adolfo Vallini, anche lui esponente Usb: “Non chiamateli incidenti, questo è l’ennesimo omicidio sul lavoro. Personalmente provo tanta indignazione e vergogna quando succedono queste cose, soprattutto quando avvengono all’interno di una partecipata pubblica, spesso in violazione dei più elementari obblighi in materia di salute e sicurezza. Forse nessuno pagherà per questo omicidio o, paradossalmente, si proverà a fare ricadere la responsabilità sul lavoratore. Una cosa che non possiamo più tollerare e permettere. La vita dei lavoratori e sacra ed è per questo che bisogna sottoscrivere e fare approvare la legge di iniziativa popolare sull’omicidio sul lavoro, lesioni gravi e gravissime. Perché cose come queste non devono più accadere”. Solidarietà e vicinanza alla famiglia del 66enne morto è stata espressa anche dalla politica. Gennaro Acampora, consigliere comunale, parla a nome del Pd: “La più affettuosa vicinanza ai suoi cari, il massimo impegno del gruppo nel sostenere l’amministrazione e l’azienda Asia, affinché questo dramma, in una fase storica in cui la politica deve mettere al centro la stabilità del lavoro e la sua sicurezza, porti a far crescere ancora di più gli standard esistenti a garanzia e a tutela dei lavoratori”.

Colleghi sotto choc

I colleghi di Giuseppe, per tutti Peppe, sono sotto choc: “Cinque minuti prima eravamo insieme, oggi non ci sei più”, il dolore di chi lavorava gomito a gomito con il 66enne. E non tarda ad arrivare la reazione degli operatori ecologici: per oggi la Fials ha proclamato uno sciopero nelle ultime quattro ore di ogni turno lavorativo. La Fials non ritiene “più rinviabile una mobilitazione che sostenga la generale revisione delle procedure di prevenzione del rischio in Asia Napoli, per determinare condizioni che garantiscano standard di sicurezza, anche superiori a quelli ordinariamente previsti dalle norme in vigore. Se il rispetto delle norme impedisce la morte dei lavoratori, occorre andare oltre il burocratico rispetto delle leggi”.
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