Trivelle, intesa tra Lega e 5 Stelle: canoni aumentati e 18 mesi di stop

Decisivo l'aut-aut del ministro Costa

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse 11-04-2016 - Roma - Italia Cronaca Manifestazione del Movimento 5 stelle a Montecitorio sullo scandalo delle trivelle Photo Vincenzo Livieri - LaPresse 11-04-2016 - Rome - Italy Demonstration of the 5 stars movement on the scandal of drills

ROMA – Intesa tra la Lega e il Movimento 5 Stelle sulle ‘trivelle’. Dopo la minaccia di dimissioni del ministro dell’ambiente Sergio Costa (clicca qui) la situazione sembra essersi sbloccata.

E’ stato superato, questa mattina, il ‘fermo’ del decreto Semplificazioni che si trova in commissione al Senato della Repubblica. L’accordo, in realtà, come citano da alcune fonti pentastellate, era arrivato già in nottata.

L’intesa giallo-verde coinciderebbe su uno ‘stop’ alle ricerche di nuove fonti di idrocarburi e l’aumento dei canoni di concessione per l’estrazione pari a 25 volte.

Il compromesso ‘giallo-verde’: l’aumento del canone scende da 35 a 25 volte

E’ proprio sull’aumento delle concessioni che si è trovato un punto d’incontro. Le posizioni radicali dei 5 Stelle, che avrebbero potuto fermare tutto, si sono però ammorbidite. L’aumento previsto inizialmente pari a 35 volte è stato così diminuito in sole 25 volte.

Ad annunciare la misura il co-relatore sul provvedimento del M5S Mauro Coltorti. Si placano così i timori dei leghisti, che vedevano già l’industria mineraria in ginocchio a causa del vertiginoso aumento. Le aziende si ritroveranno così a dover pagare 25 volte quanto dovuto allo Stato, che potrà far cassa grazie sulle attività minerarie.

La minacca di dimissioni di Costa blocca tutto: “Torno a fare il carabiniere”

Si sana, quindi, l’ennesima frizione di governo tra pentastellati e leghisti. A fare da paciere è stato, indirettamente e in maniera forzatamente unilaterale, il ministro dell’Ambiente Costa. Il suo aut-aut è stato deciso e senza mezzi termini. “Sono per il no alle trivelle. – ha dichiarato il ministro – Sono strutture che devono passare per la valutazione di impatto ambientale e io non le firmo”. Parole dure quelle dell’ex generale dell’Arma, che non si è lasciato intimorire da eventuali ripercussioni. “Mi sfiduciano come ministro? Torno a fare il generale dei carabinieri, lo dico con franchezza” ha ribadito la sua posizione. Che alla fine si è rivelata essere quella vincente.

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