Fuorigrotta, i Troncone chiusi nella loro roccaforte

Ronde armate degli Iadonisi-Cesi e picchiatori in strada durante la notte per fronteggiare la cosca di via Caio Duilio. Se i commando incrociano i boss, sparano a vista: la faida nel quartiere sarà lunga

NAPOLI – La faida a Fuorigrotta diventa una guerra di logoramento. Ora i boss sanno di essere un obiettivo mobile e hanno adottato le contromisure. Di più. Sentinelle armate sorvegliano i rioni-bunker. Ma dopo l’agguato a Vitale Troncone e l’omicidio di Salvatore Capone, le cose sono cambiate. E in fretta. Le cosche hanno adottato una strategia militare. I gruppi Iadonisi e Cesi sono passati al contrattacco e hanno provato a chiudere i Troncone nella loro roccaforte in via Caio Duilio. Ronde armate con picchiatori scendono in strada durante la notte. L’obiettivo è limitare il raggio d’azione degli avversari. Ci stanno riuscendo? Nessuno può dirlo. Ma gli investigatori tracciano scenari preoccupanti: se i commando si incrociano, sparano a vista. E se intercettano i ras rivali, finisce peggio. Ecco perché le forze dell’ordine hanno diramato il massimo stato di allerta.

A Fuorigrotta la diaspora non è conclusa. Anzi. Si teme il peggio. Insomma non è finita qui: la faida sarà lunga. Per usare parole di chi conosce bene il territorio. La tensione sale alle stelle la sera. Anche se i commando hanno dimostrato di saper sparare anche in pieno giorno. Vitale Troncone è stato ferito in via Caio Duilio alle undici della mattina del 23 dicembre. In pratica tra i passanti. Ora i Troncone devono fronteggiare un piccolo esercito: c’è l’intero rione Lauro schierato con gli Iadonisi-Garofalo, insieme ai clan di Bagnoli, guidati dagli eredi dei Giannelli. Senza contare le paranze della ‘99’. Dietro c’è anche la mala di Pianura (trascinata in guerra dalla ‘99’, perché stretti da un patto economico).

Insomma una federazione di cosche contro il gruppo di via Caio Duilio. Accerchiato e isolato. Ma sono i Troncone a muoversi di più. Per ora sono quelli da battere. Nelle ultime ore la situazione non è migliorata e sono arrivati segnali di forti tensioni. E gli investigatori temono la ‘stagione delle bombe’. Un po’ come è accaduto di recente a Ponticelli. Alle 4 e 20 del 22 gennaio è scattato un nuovo allarme a Fuorigrotta. Tutti gli abitanti della zona, dalla fine della galleria Laziale all’imbocco di viale Augusto, hanno sentito un forte boato prima dell’arrivo dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine. Un ordigno artigianale era stato piazzato davanti alla pedana in legnori d’Aosta non c’è al momento una paranza egemone, dopo la dissoluzione per gli arresti e le pesanti condanne nferte ad affiliati agli storici clan D’Ausilio e Sorprendente.

Ha ripreso quota per un periodo il gruppo Esposito, attivo prevalentemente a Bagnoli, dopo importanti scarcerazioni. A Fuorigrotta fino a poco tempo fa il controllo delle piazze di droga e del racket deiparcheggi era appannaggio esclusivo degli Iadonisi (con roccaforte nel rione Lauro) e dei Cesi, che hanno alternato momenti di frizione a periodi di intesa. Ma i Troncone hanno preso il controllo di Fuorigrotta, cacciando i Volpe-Baratto. E questo è un elemento dal quale partire oggi, per capire cosa stia succedendo nelle palazzine. Hanno fatto capire che non c’è spazio per nessuno. I reduci dei Volpe hanno deciso di lasciare il campo. Si sono rintanati nella ‘99’. Qui hanno chiesto aiuto alle paranze locali (Sorianiello-Mazzaccaro). Ma il gruppo Iadonisi-Cesi non ha fatto un passo indietro. Anzi. E la faida è appena cominciata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome