Truffe online sulle auto di lusso: 20 indagati, oltre 1300 vittime

L'indagine, coordinata dalla procura di Udine, nasce a Pordenone a seguito dell'operazione 'Cars lifting'

Foto LaPresse - Claudio Furlan

MILANO – La Guardia di finanza ha scoperto una maxi truffa nel settore della vendita online di auto di lusso. Sono 1329 le persone ingannate in tutta Italia, ma solo in 170 hanno presentato querela. Secondo quanto ricostruito, la banda intascava l’incasso senza concludere la vendita, producendo certificati fasulli per non pagare l’Iva. La presunta evasione ammonta a oltre 35 milioni di euro. Gli indagati sono 20, tra cui 5 destinatari di provvedimenti cautelari personali.

L’operazione ‘Cars lifting’

L’indagine, coordinata dalla procura di Udine, nasce a Pordenone a seguito dell’operazione ‘Cars lifting’ che lo scorso marzo aveva inflitto un duro colpo agli affari di un gruppo criminale specializzato nella commercializzazione di vetture di pregio di provenienza tedesca, Porsche, Mercedes, Audi e Bmw. A seguito degli accertamenti sono stati sequestrati preventivamente 5 milioni di euro.

Documenti e firme false

Gli investigatori hanno ricostruito il modus operandi della banda che agiva nella più totale inosservanza degli obblighi fiscali, presentando documenti falsi e contraffacendo la firma degli ignari acquirenti. Grazie ad alcune agenzie di pratiche automobilistiche, il cui ruolo è al vaglio degli inquirenti, i truffatori riuscivano a sottrarsi alle disposizioni di legge che in Italia non permettono l’immatricolazione di mezzi usati di provenienza comunitaria (e quindi il rilascio dei libretti di circolazione e delle targhe) senza prima aver versato l’Iva, evasa per oltre 7,2 milioni di euro.

Manomissioni e riduzione del chilometraggio

Non solo: gli autoveicoli commercializzati subivano una riduzione del chilometraggio (dal 50% al 70% di quello reale). Le manomissioni di software e centraline elettroniche avvenivano in due autofficine di Padova e Treviso. Spesso veniva chiesto l’incasso di anticipi o dell’intero corrispettivo (anche per 40mila euro), senza poi provvedere alla consegna dell’auto, e in diverse occasioni venivano avviate più trattative per la cessione dello stesso veicolo.

(LaPresse/di Ester Castano)

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