Trump alza il tiro: dure critiche a Cina, Germania e Fed

"Noi dovremmo avere Draghi", ha auspicato il presidente, parlando di "una buona mossa" in contrapposizione al comportamento insoddisfacente tenuto ai suoi occhi dal numero uno della Federal Reserve, Jerome Powell

MILANO“Loro vogliono un accordo più di quanto non lo voglia io”. A due giorni dall’inizio del G20 di Osaka, nel corso del quale è previsto che incontri l’omologo cinese Xi Jinping, il presidente statunitense Donald Trump soffia ancora una volta sul fuoco delle tensioni commerciali tra Washington e Pechino. L’occasione intervista telefonica concessa a Fox Business. Durante la quale l’inquilino della Casa Bianca difende con convinzione l’utilizzo dei dazi come arma di negoziazione, confermando di essere anche pronto ad alzare il tiro.

La politica dei dazi

“Ho fatto l’accordo con il Messico solo grazie ai dazi”, ha ricordato Trump, spiegando che se non si arrivasse a una intesa con la controparte cinese, gli Stati Uniti si limiterebbero ad aggiungere imposizioni su altri 325 miliardi di dollari di beni d’importazione. Da sommare ai 250 miliardi già colpiti da imposte del 25%. “Abbiamo perso miliardi con la Cina”, la sintesi proposta, “ora li stiamo facendo entrare e ho realizzato solo la fase uno. Mentre devo ancora dare il via alla fase due”.

L’obiettivo del presidente Trump

Non che Pechino sia l’unico obiettivo degli strali presidenziali, in verità. “Quasi tutti i paesi al mondo si approfittano tremendamente degli Stati Uniti, è incredibile”, ha chiosato Trump, per poi rivolgere le proprie attenzioni all’Europa. E in particolare a Berlino, accusata di essere un partner Nato inadempiente. “La Germania sta pagando miliardi alla Russia per l’energia, e noi dovremmo pagare la protezione della Germania”, il ragionamento del presidente. Secondo cui “stanno dando miliardi a un potenziale nemico da cui dovremmo proteggerli”.

Le critiche all’Europa

Se l’Europa “ci tratta peggio della Cina”, c’è comunque qualcosa che Trump pare invidiare al blocco europeo. Le politiche monetarie portate avanti dal presidente della Bce, che nei giorni scorsi aprendo il Forum di Sintra ha aperto a un possibile nuovo taglio dei tassi d’interessi.

La stima per la politica monetaria dell’Ue

“Noi dovremmo avere Draghi”, ha auspicato il presidente, parlando di “una buona mossa” in contrapposizione al comportamento insoddisfacente tenuto ai suoi occhi dal numero uno della Federal Reserve, Jerome Powell, reo di aver portato il costo del denaro a un livello eccessivo, penalizzando di fatto l’economia a stelle e strisce, che con una politica monetaria migliore avrebbe potuto arrivare a un progresso del 5% annuo del prodotto interno lordo.

Fed nel mirino

“Non sta facendo un buon lavoro”, il giudizio lapidario di Trump, che ha risposto all’intervistatrice di Fox anche in merito alle indiscrezioni circolate nei giorni scorsi, secondo cui la Casa Bianca avrebbe valutato l’ipotesi di declassare Powell. “Io ho il diritto di licenziarlo”, ha chiarito l’imprenditore, aggiungendo però di non aver mai suggerito che lo avrebbe fatto.

(AWE/LaPresse/di Marco Valsecchi)

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